Robinho, una telenovela infinita tra errori del club, richieste assurde e insulti sui social
Il mercato del Milan sta vivendo una fase che definire grottesca è dir poco. Originariamente era il maxi ingaggio di Kakà a bloccare le entrate e tutti a spingere per far si che il brasiliano rescindesse il suo contratto. La risoluzione è poi arrivata e tutti, dai cronisti ai tifosi, si sarebbero aspettati un’accelerata per dare a Inzaghi almeno un acquisto di spessore prima della tournée americana. Niente di tutto questo si è avverato. La regola del prima vendere e poi, forse, comprare è sempre più il mantra che viene ripetuto in quel di via Aldo Rossi ma una volta ceduti, seppur in prestito, i vari Matri, Birsa e Nocerino ecco spuntare un nuovo stop al mercato degno di una manifestazione no TAV ovvero Robinho.
TELENOVELA INFINITA – Il Brasile, da sempre, ha prodotto telenovele di stampo televisivo di dubbia qualità e, forse, è proprio a una di queste che si è ispirato Robinho. Il brasiliano, che da due anni pieni è solo un peso per il club, è entrato nell’ottica d’idee di andare via dal Milan ma lo vuole fare solo alle sue condizioni. Stridono, dunque, le sue parole rilasciate fuori da Giannino non più tardi di lunedì sera quando annunciava di voler trovare una soluzione che aggradi sia lui che il club. La verità è che Binho si sente ancora un grande giocatore (se si guarda solo il talento avrebbe anche ragione) ma, nel complesso, non lo è più. Ma questa sua convinzione lo porta a chiedere ancora ingaggi monstre e fuori mercato. Nell’estate 2012 il passaggio al Santos saltò per motivi economici, stessa cosa l’anno scorso e anche quest’anno la musica non è cambiata. Probabilmente salterà anche la trattativa con gli Orlando City e chi rischia di rimanere con il cerino in mano è, come sempre, il Milan.
ERRORE – L’errore principale però lo ha fatto il Milan stesso. Un anno fa, con la paura che Robinho potesse andare via il 1° luglio a zero, gli ha rinnovato il contratto con lieve decurtazione dell’ingaggio (da 4.5 a 3 all’anno) fino al 30 giugno 2016. Questo abbassamento di stipendio fece pensare alla dirigenza milanista che un eventuale trattativa per un suo trasferimento, dentro questa finestra di mercato, sarebbe stata più agevole. Ma così non è stato. In fin dei conti, in questa vicenda bizzarra e snervante, il Milan paga un suo errore di valutazione con il giocatore che, da un lato, vuole far valere i suoi diritti contrattuali. Se a tutto questo ci aggiungiamo pure il fatto che il Milan non ha intenzione di pagare una buonuscita per risolvere anticipatamente il contratto, ecco che il puzzle si completa e lo spettacolo che ne viene fuori non è per nulla entusiasmante.
TE NE VAI O NO? – Intanto su Twitter monta, minuto dopo minuto, la rabbia dei tifosi nei confronti di Robinho. Basta scorrere la timeline del noto social network per capire che la misura, nei suoi confronti, è colma. Un rapporto che si era deteriorato nel corso degli anni a causa dei gol (a volte decisivi) falliti dal brasiliano ed esplosa all’ennesima potenza dopo il derby d’andata quando, mentre i suoi compagni cercavano di portare a casa almeno un punto, lui postò una foto da Copacabana con degli amici dando la sensazione che della partita, e del suo club, non gliene importasse nulla visto che, in teoria, era in Brasile per curarsi.
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