Un sogno chiamato Ronaldo non può passare per Ibra, Pato o Thiago. Papà Cassano scalpita: la Sampdoria evoca vecchie emozioni. Intanto i senatori fanno i loro conti
Cassano è diventato papà. E quasi a voler subito dimostrare che qualcosa in lui è cambiato, che il “ragazzaccio” di Bari vecchia ora è davvero un uomo e che si può investire fiducia su di lui, rinuncia al permesso per la nascita di Christopher, e Antonio si presenta a Milanello, agli ordini di Allegri.
Stasera a S.Siro arriva la Sampdoria, Cassano partirà probabilmente dalla panchina, ma deve dimostrare ad Allegri (che però spende parole dolciastre per Totò)che può essere determinante soprattutto in una gara di valore emotivo altissimo, dove sarebbe facile perdere la testa.
Ma il cattivo di turno questa volta sembra avere una faccia nuova: quell’Ibrahimovic squalificato per tre giornate che sarebbe stato così utile ad Allegri proprio in queste gare, con squadre che difficilmente si aprono lasciando imporre il gioco all’avversario, soprattutto quando perdere vorrebbe dire avvicinarsi sempre più all’orlo del precipizio.
La Sampdoria che scenderà questa sera sul campo di S.Siro è vicina al baratro. Nulla a che vedere con la squadra che stava lottando per la Champions all’inizio della stagione. Nulla a che vedere con la Sampdoria di Cassano e Pazzini, la coppia che ha regalato alla società blucerchiata i più bei momenti delle passate stagioni. Sampdoria che arriverà con la volontà di rivalsa, affamata di punti, chiusa nel suo guscio con qualche defezione importante. Ma al Milan questo non deve e non può interessare.
Non ci sarà Ibra a scalfire la difesa messa in campo da Cavasin, ma ci sarà il ritrovato Pato. Al suo fianco dovrebbe esserci Robinho, alle loro spalle Boateng.
E proprio sull’uomo che più di ogni altro si è adattato ai vari ruoli imposti dal gioco di Allegri, sembra ci sia la volontà del riscatto. Il presidente Preziosi ha dichiarato che resterà rossonero. Di certo è che il Genoa difficilmente potrà tenerlo con sé. E se fossi in Galliani no lo lascerei scappare. Come in effetti non lascerei partire molti altri dei campioni rossoneri. Ma a volte l’anagrafe ha la precedenza sul cuore e di conseguenza è normale che la società di via Turati pensi a ridurre gli ingaggi ai senatori per poter investire sui giovani.
Una sorta di taglia e cuci per accontentare tutti, quando poi si rischia di non trovare il compromesso giusto.
Se Gattuso ha dichiarato di poter giocare ancora due anni, per poi magari dedicarsi con passione al calcio giovanile, dello stesso avviso non sembra essere Pirlo che, al rientro con pochi minuti nelle gambe, li sfrutterà tutti per ricordare al Milan e, forse, al miglior offerente, che la sue primavere non sono ancora troppe. Che dire poi del professor Seedorf, giocatore che non lascerei mai partire, che non dovrebbe mai svestire la casacca rossonera, che non dovrebbe mai opporsi, come possibile avversario, proprio al Milan.
Ma veniamo ai sogni di gloria. Perché di “Gloria” bisogna recitarne molti per vedere Ronaldo arrivare in rossonero. Le statistiche perfette della Gazzetta, raccontano di passati lontani e recenti in cui il presidente ha realizzato i suoi sogni e quelli dei suoi tifosi. Che Berlusconi sia tornato generosamente in via Turati lo si evince già dal mercato della scorsa stagione. Ora si parla di superinvestimento, alla faccia del fairplay finanziario, alla faccia delle problematiche fiscali legate alle imposte italiane. Quando il presidente ha un sogno, quando i tifosi sognano con lui, la forza di tanti cuori rossoneri sembra aver avuto sempre la meglio.
Ma che a farne le spese possa essere Ibrahimovic, o Thiago Silva o Pato addirittura (come spiegarlo a Barbara ora?) io non credo sia possibile.
Nel mio Milan dei sogni c’è spazio per tutti questi campioni, perché il Milan che sta facendo bene in Italia, che ha lottato in vetta al campionato per tutto l’anno ora deve tornare verso obiettivi più importanti e internazionali.
E parlando di sogni e di mercato, senza dimenticare il tormentone Ganso, non dimentichiamoci, ancora una volta, che stasera allo stadio ci aspetta una partita.
Il Milan deve iniziare forte da subito, senza permettere all’avversario di orientarsi a S. Siro. i primi minuti saranno determinanti, dovranno essere giocato a ritmi elevati, tanto da stordire l’avversario e colpirlo per sfinimento. Oh! Come sarebbe stata la partita di Ibrahimovic, una carabina carica, ma pronta a sparare solo quando l’obiettivo era ormai certo e infallibile. E se il Milan sembra aver mal digerito la sua squalifica, Zlatan ha provato a digerire il Tapiro d’Oro consegnatogli, a fatica, dal buon Staffelli. Un po’ di umorismo, ci vuole un sorriso ogni tanto, perché ammettere di avere sbagliato di fronte ad un animaletto ricoperto di vernice dorata ti fa entrare nella favola e sperare nel lieto fine.
Zlatan si è pentito, Cassano è rinsavito, Pirlo è risorto. Mancherà Nesta in difesa, ma al suo posto dovesse giocare Yepes di certo non sfigurerà.
Allegri lo ha preannunciato: bisogna affrontare la Samp come fosse la miglior squadra al mondo. Allora basta pensare di giocare contro se stessi. NO?
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