Milan, la gloria è ad un passo. E finalmente a Milano le cose tornano al loro posto
Peccato davvero per la notizia dell'infortunio di Pato, rivelatosi più serio del previsto e che costringerà Allegri a schierare un attacco di emergenza nelle prossime gare di campionato. Peccato perché, come giustamente ricorda il nostro allenatore, siamo arrivati a quel punto del torneo in cui gettare all'aria il lavoro di una stagione sarebbe davvero un suicidio. Il doppio ko di Inter e Napoli, ma sopratutto quello degli azzurri di Mazzarri, consegna il Milan al momento della svolta, a quello che ti vede ad un passo da toccare con mano un sogno che abbiamo accarezzato dalla scorsa estate e che mancava da 7 lunghi anni. 9 sono i punti che restano alla dominatrice della Serie A 2010/2011 per portare a casa il 18° tricolore e certificare con almeno un “titulo” che a Milano sono tornati i colori rossoneri a dettare legge. In fondo, si è tornati alla normalità e ad un ordine delle cose che si era consolidato in maniera indiscutibile nel corso degli anni '90 e nei primi del nuovo millennio. Col Milan a dettare legge in Italia (e presto speriamo anche in Europa) e a programmare un futuro prossimo ancora più radioso (con i vari Ganso, Mexes e gli altri rinforzi del prossimo calciomercato) e gli altri ad interrogarsi sui perché di un'annata andata male e su un domani avvolto dalle nubi.
A dire il vero, di quel passato nemmeno troppo lontano e costellato di coppe era rimasto, anche nelle stagioni più deludenti, il sapore delle giocate regalate da quei campioni che c'erano all'inizio della nuova epopea milanista (2002/2003 con Ancelotti sulla panchina) e che sono ancora qui oggi, pronti a sollevare al cielo l'ennesimo trofeo di una carriera straordinaria: da Abbiati e Nesta, passando per Pirlo, Gattuso, Ambro e finendo con i vari Seedorf e Inzaghi. E ad una vecchia guardia che ha saputo fare da chioccia in un gruppo cambiato molto dal mercato agostano e invernale sono stati aggiunti quei volti nuovi (nell'età o per militanza in rossonero) che avranno il compito di raccogliere un'eredità pesante e portarla avanti nel tempo. Abate, Thiago Silva, Flamini, Boateng, Pato, Robinho, Ibra e Cassano comporranno probabilmente la nuova spina dorsale in attesa dei botti dei prossimi mesi di luglio e agosto, per mettere nelle mani di Allegri una rosa capace di imporsi anche in una Champions League che ha messo a nudo tutti i limiti attuali del calcio italiano.
E allora sotto col Brescia, il sabato prepasquale, e poi col Bologna e tutte le altre per mettere il sigillo su un anno da padroni assoluti e iniziare a fare la bocca a quello che sarà. E, visto che ci siamo, perché non togliersi lo sfizio di un Coppa Italia snobbata per troppo tempo? In fondo l'appetito vien mangiando...
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