Ad un passo dalla gloria
San Siro, Flamini e sofferenza: eccoli i tre fattori che hanno griffato la domenica milanista, quella della festa, almeno fino al minuto novantaquattro di Cesena-Inter. Tutta un’altra storia, invece, almeno nella sostanza: zero festeggiamenti, o meglio, zero scudettoni sugli spalti ma tanta, tantissima euforia, per una vittoria che non cambia le carte in tavola della corsa tricolore. Il Milan vince, tiene a distanza l’Inter, con una giornata in meno sul groppone e un punticino da regalarsi in tre partite, una delle quali in casa. Insomma, il gol di Flamini in apertura conferma la determinazione e la forza di questa squadra, in testa da mesi, forte nella testa e nelle gambe. Con il Bologna non è certo stata una passeggiata. Come detto, dopo la rete del francese goleador (almeno per un giorno), i rossoneri sprecano un’occasione dietro l’altra, con lo sciagurato Cassano, il voglioso Boateng e lo stesso Flamini, che, stavolta, si fa ipnotizzare da Viviano. Nella ripresa, il copione non cambia.
Il Bologna, dopo aver costruito un muro umano nei primi quarantacinque minuti di gioco, infischiandosene dello svantaggio, nel secondo tempo rinforza la sua barriera, stavolta, però, scagliando di tanto in tanto qualche freccia, giusto così per rendere la vita complicata al diavolo. Ma Robinho ci mette del suo, ingurgitando l’ennesimo gol della sua stagione, mentre il resto della compagnia sbanda un po’, incartandosi in mezzo al campo, con il rientrante Ambrosini un po’ in debito di ossigeno, Boateng zoppicante e un Seedorf non certo in giornata di grazia. Gli ospiti ci credono, sfiorando due volte i pali di Abbiati, sempre di testa, sempre su azione di calcio d’angolo. Il Milan si salva, prende fiato per l’espulsione di Della Rocca e fa spazio al giovane Beretta, che ci mette voglia e imprecisione, tradito forse dall’emozione di un San Siro stracolmo. De Marco fischia, dopo un finale tanto sofferto quanto avaro di occasioni da reti per gli ospiti. Finisce in delirio, con i giocatori sotto una Curva comunque in festa, nonostante la febbre del sabato sera, quella di Cesena, tanto per intenderci. Scudetto rimandato, adesso lontano solo un punto: la carovana rossonera si trasferisce a Roma, in attesa che il numero diciotto esca sulla ruota di Milano.
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