Ultima tappa di un'esaltante percorso

Ultima tappa di un'esaltante percorsoMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA
domenica 22 maggio 2011, 01:45Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan gioca a Udine l'ultima partita di una splendida stagione, in cui ha dato grandi soddisfazioni ai suoi tifosi; è il tempo degli arrivederci e degli addii, con un po' di commozione e nostalgia ma con tanta gioia nel cuore.

Il Milan chiude a Udine il suo trionfale campionato; la partita contro i bianconeri friulani non ha alcun valore per i rossoneri, già campioni d'Italia da due settimane e che hanno festeggiato abbondantemente davanti ai propri tifosi a Milano sabato scorso, mentre l'Udinese ha bisogno di almeno un punto per conquistare l'accesso ai preliminari di Champions League. In questi casi solitamente i risultati sono abbastanza scontati e un pareggio farebbe contenti tutti, i friulani che farebbero festa e i rossoneri che conquisterebbero un altro risultato positivo e chiuderebbero il campionato con sole quattro sconfitte. Ovviamente la squadra di Allegri non può avere la concentrazione e la determinazione al massimo, visto che da quindici giorni sta festeggiando il 18° scudetto anche durante la settimana, ma c'è comunque la voglia di evitare brutte figure e chiudere in modo positivo il campionato, il tutto favorito dal fatto che nemmeno l'Udinese ha bisogno del bottino pieno. L'ultima partita di campionato è come l'ultimo giorno di scuola, con la differenza che quando finisce l'anno scolastico si è felici e si pensa solo alle vacanze, mentre quando finisce una stagione in cui hai conquistato un trofeo importante e hai avuto molte soddisfazioni c'è sì grande gioia, ma anche un po' di nostalgia, perchè è stato bello e coinvolgente vivere insieme una stagione esaltante e ci stavamo davvero divertendo come non accadeva da anni. A Udine ci sarà l'occasione per l'arrivederci a luglio a quasi tutti i giocatori e per l'addio a chi se ne andrà, primo fra tutti Andrea Pirlo, il regista, il metronomo rossonero che dopo dieci bellissimi anni ha deciso di cambiare aria; Allegri ha fatto capire che in quella posizione preferisce giocatori con altre caratteristiche (Van Bommel o Ambrosini, meno tecnici ma più incontristi), Pirlo ha fatto capire che non gradisce essere spostato a sinistra, come è successo nelle ultime (poche) occasioni in cui ha giocato in questa stagione, quindi il "divorzio" è la soluzione migliore per tutti.

Per molti anni si è pensato che Pirlo fosse insostituibile e che senza di lui il Milan fosse destinato ad andare in crisi e a raccogliere pochi risultati positivi, perchè nessuno come lui riusciva a dettare i tempi del gioco rossonero e a dare ritmo alla manovra, iniziando l'azione davanti alla difesa e gestendo innumerevoli palloni; anche Allegri, all'inizio della stagione, aveva intenzione di metterlo al centro del suo progetto, ma poi sono arrivati gli infortuni di Andrea e, come per magia, Allegri ha trovato nuove soluzioni (prima i tre mediani, poi due mediani e un rifinitore spostato a sinistra) e i rossoneri hanno cominciato a volare e hanno vinto lo scudetto proprio nella stagione in cui Pirlo ha giocato pochissimo e ha dato un contributo marginale alla vittoria, soprattutto nel periodo cruciale della stagione. Allegri è stato bravo ad affrontare qualunque emergenza e l'assenza di Pirlo è stata una di queste; l'allenatore non ha mai voluto piangersi addosso e ogni volta che c'è stato un problema ha pensato a come risolverlo, riuscendo a costruire una squadra in cui tutti sono importanti, alcuni lo sono di più, ma nessuno è fondamentale: in questa stagione il Milan ha vinto senza Pirlo, ha vinto senza Ibrahimovic, ha vinto senza Pato e questa è la migliore dimostrazione che la rosa rossonera in questo momento è un gruppo compatto e molto competitivo e l'entusiasmo per la vittoria dello scudetto lo renderà ancor più forte e unito. Dispiace che sia giunto il momento di salutare un grande protagonista di tanti anni di bel gioco e vittorie, ma prima o poi bisognava iniziare il rinnovamento e fare scelte dolorose e l'addio di Pirlo è una di queste (e, caro Andrea, ancor più doloroso è vederti andare alla Juve, perchè si pensava che tu, dopo dieci anni pieni di vittorie, fossi uno di quelli con la maglia rossonera cucita addosso come una seconda pelle); la consapevolezza di non essere più insostituibile ha reso più semplice dividere le proprie strade, anche se il giocatore ha sottolineato che spera che il Milan un giorno lo rimpiangerà, a dimostrazione che probabilmente Andrea ha capito che ormai Allegri avrebbe fatto altre scelte anche nella prossima stagione, ma si sentiva comunque importante per questa squadra come in passato; le tante lacrime versate in occasione dell'ultimo allenamento dimostrano che non è facile lasciare un ambiente come quello del Milan e sicuramente Pirlo non riuscirà a trattenere la commozione nemmeno alla fine della partita di Udine, in cui Allegri dovrebbe schierarlo per l'ultima volta da titolare con la maglia del Milan. Tempo di addii (quello di Pirlo potrebbe non essere l'unico), tempo di arrivederci, tempo di saluti; parlare di formazioni, tattiche e schemi in una classica sfida di fine stagione (almeno per il Milan) ha davvero poco senso; meglio voltarsi indietro e ripercorrere con la mente le tante esaltanti tappe che ci hanno portato giornata dopo giornata, mese dopo mese a questo splendido traguardo, perchè i campioni d'Italia siamo noi, lo canteremo anche a Udine e, sicuramente, questo motivetto sarà il vero tormentone dell'estate rossonera.