Meno 72 ore alla chiusura dei giochi: tra speranza e immobilismo si avvicina la fine di un mercato dalle mille ombre

Meno 72 ore alla chiusura dei giochi: tra speranza e immobilismo si avvicina la fine di un mercato dalle mille ombreMilanNews.it
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lunedì 29 agosto 2011, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per l'emittente radiofonica nazionale Radio Sportiva . Opinionista per Odeon TV e Milan Channel. Inviato al seguito della squadra. Collabora con Sportitalia.

Tre giorni, 72 ore alla bandiera a scacchi di un mercato partito all'insegna di operazioni tanto intelligenti quanto utili sia dal punto di vista tecnico che da quello del bilancio. Presa l'alternativa di qualità in difesa, Philippe Mexes, un terzino sinistro puro, Taiwo, e una seconda punta duttile e di sicuro avvenire, El Shaarawy, il mercato del Milan si è arenato intorno al nome o meglio, ai nomi, di mister X. In principio fu Marek Hamsik ma la ferma volontà di Aurelio De Laurentiis di non privarsi dello slovacco fece saltare il banco con Mino Raiola che si era rifatto vivo con Venglos. Successivamente, il manager di Ibrahimovic, venne spedito in Inghilterra, precisamente a Londra in zona Holloway RD, per provare a prendere Cesc Fabregas. L'offerta c'è, 38 milioni e Wenger traballa ma Mino commette un grosso errore: scavalcare Darren Dein, agente del centrocampista catalano nonché amico fraterno dell'attuale numero 4 del Barcellona che, vedendosi scavalcato da Raiola conduce in prima persona il passaggio di Cesc in Catalogna, rendendo vane le cene nei ristoranti londinesi di Wenger con l'emissario inviato dal Milan per chiudere il colpo.

In via Turati la parola fallimento non era, e non è, assolutamente di casa e il colpo viene subito in maniera importante visto che, per dare qualità alla mediana, si è virati sull'ennesima operazione low-cost di questa stagione con l'arrivo di Alberto Aquilani che, in rossonero, dovrà trovare la definiva esplosione che sembrava essere ad un passo quando sbarcò dalla capitale verso Liverpool. Il fisico dovrà supportarlo perché se riuscirà ad avere continuità sotto questo indispensabile fattore, Alberto potrà essere quell'uomo d'ordine in grado anche di fare gol che tanto mancava in questo Milan che aveva nei soli Boateng e Seedorf i due centrocampisti in grado di far male in più occasioni durante l'intera stagione. L'infortunio di Flamini chiede un nuovo tassello sulla mediana. In tutto questo ci si chiede: ma dov'è finito Raiola? E' possibile che uno come lui mandi giù senza colpo ferire una sconfitta, che nel lavoro come nella vita ci sta, senza fare nulla? Io, personalmente, non ci credo e voglio essere fiducioso fino alle 18:59 di mercoledì per tirare, alla fine, le dovute somme.

Eppure, nonostante quanto proferito di Galliani sul mercato chiusissimo, i tifosi, seppur preoccupati e, in qualche caso, inferociti, sperano sempre nel colpo last minute che possa far venire il sorriso proprio sul fotofinish di una sessione di calciomercato che ha sentenziato una sola cosa: le avversarie non si sono rafforzate in maniera tale da poter colmare il gap che il Milan ha scavato nell'arco della scorsa stagione e che, sia nella Supercoppa di Lega che nel Trofeo Berlusconi, le uniche due vere partite di 90' minuti giocate contro le rivali storiche, è stato tanto tangibile quanto netto. L'Europa, al momento, è di esclusiva altrui ma la sfida del 12 settembre al Camp Nou contro i marziani del Barcellona deve essere vissuta con la mentalità di una grande squadra. Magari con un centrocampista di rango internazionale in più nel motore.