Quando la ragione batte il cuore

Quando la ragione batte il cuoreMilanNews.it
© foto di Alberto Fornasari
mercoledì 7 settembre 2011, 08:30Primo Piano
di Matteo Calcagni

Pensate che sia stato semplice lasciare fuori Inzaghi dalla lista Champions? Il primo ad arrovellarsi sarà stato sicuramente Massimiliano Allegri che, facendo però gli interessi del gruppo, ha dovuto scegliere la soluzione più "dolorosa" e, di fatto, meno popolare. Tifosi e critici si sono scatenati nei confronti del tecnico livornese, ritenendo l'esclusione della punta piacentina come una vera e propria "pazzia". E' evidente che Superpippo, soprattutto in Europa, rappresenta un surplus non quantificabile e non descrivile in termini oggettivi, come dimostrato dalla doppietta contro il Real Madrid a trentasette anni suonati. Un allenatore, tuttavia, deve decidere per il bene della squadra, valutando tutti i pro e contro delle proprie scelte: Allegri sapeva che un taglio del genere avrebbe fatto rumore ma, per tante motivazionii, ha dovuto seguire la ragione e non il cuore. La stessa ragione che lo ha portato ad abbandonare i vecchi dogmi di casa Milan, quando a seguito della caduta lo scorso anno al Bernabeu, sia Ronaldinho che Pirlo si allontanarono sempre più dal progetto tecnico rossonero. Inzaghi, che in estate ha giocato solo una manciata di minuti contro la Solbiatese, è reduce da un bruttissimo infortunio che, di fatto, ha facilitato l'insorgere di problemi secondari continuativi: l'ultimo guaio al polpaccio ne è un chiaro esempio. Il ballottaggio finale, invece che con Bonera, è stato perso contro Mexes: il francese ha subito una lesione simile a quella accorsa a Superpippo, ma il recupero pare ormai concluso e completato.

Impossibile, inoltre, rinunciare ad un qualsiasi centrocampista: Nocerino è stato acquistato proprio per ovviare a problemi in mediana, dovuti alla lungodegenza di Flamini e alla squalifica di Gattuso. Quest'ultimo, inoltre, è stato inserito proprio per smaltire le giornate rimediate contro il Tottenham. Pare quindi ovvio che, utilizzando il Milan un rombo atipico, almeno sette centrocampisti siano obbligati: i quali diverranno otto quando il vice-capitano tornerà a disposizione. Inzaghi avrà senz'altro maldigerito la decisione di Allegri ma, ragionandoci su, avrà senz'altro compreso i motivi dell'esclusione. Il tanto ventilato addio, inoltre, potrebbe essere un semplice "spauracchio": difficile che Inzaghi lasci il Milan su due piedi, a trentotto anni compiuti e con una carriera, purtroppo, ormai agli sgoccioli. Salutarsi a giugno 2012 sarebbe la cosa migliore da fare: evitando rotture dolorose che, obiettivamente, mal si accosterebbero su una scintillante icona del recente passato rossonero.