Cavani annienta i resti del Milan

Cavani annienta i resti del MilanMilanNews.it
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lunedì 19 settembre 2011, 01:00Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri, in formazione rimaneggiatissima, perdono nettamente a Napoli, sul piano del gioco e del risultato, nonostante il bel gol iniziale di Aquilani e vengono "matati" dalla tripletta del "matador".

Il primo scontro diretto del campionato rossonero è un mezzo disastro e si conclude con una sconfitta inequivocabile che deve far riflettere: un Milan lento e incapace di cambiare ritmo si fa travolgere dal Napoli dopo un avvio decente che aveva consentito di andare addirittura in vantaggio, ma è bastato poco a capire che sarebbe stato difficile uscire dal San Paolo con un risultato positivo, perchè è apparso subito evidente il divario, soprattutto di condizione fisica fra le due squadre. Il Milan aveva dieci indisponibili ai quali poteva addirittura aggiungersene un undicesimo (Thiago Silva) e questo non vuole essere un alibi ma solo un dato da mettere in evidenza per aiutare la riflessione; Allegri ha schierato comunque una formazione apparentemente molto competitiva, con molti nazionali e ottimi elementi che, però, ha faticato terribilmente contro un avversario che sembrava avere una marcia in più e che per una volta è sembrato superiore anche dal punto di vista tattico, perchè ha saputo sfruttare le proprie virtù contro le debolezze dell'avversario, perchè il Milan ha addirittura avuto il predominio nel possesso palla ma non l'ha saputo sfruttare a causa di una lentezza che veniva accentuata dalle veloci ripartenze degli uomini di Mazzarri, che hanno messo spesso e volentieri in crisi i rossoneri. Seedorf e Van Bommel, due dei grandi protagonisti dello splendido girone di ritorno dello scorso campionato, arrancavano a centrocampo e venivano travolti impieotsamente da avversari che avevano una marcia in più; Pato, autentico mattatore con due gol nella vittoria rossonera a San Siro dello scorso febbraio, sembrava un anatroccolo smarrito; l'impenetrabile difesa della scorsa stagione faceva acqua da tutte le parti e così tutto il Milan è naufragato e il Napoli ha potuto vivere una serata di gloria e di festa, battendo i campioni d'Italia e sognando di strappare loro il tricolore, anche se due sole giornate di campionato non possono certo emettere giudizi definitivi, ma solo dare indicazioni che bisogna saper interpretare con intelligenza per poter risalire la china in fretta, visto che ora la classifica è già una montagna da scalare per tornarne a rivedere la vetta.

Allegri presenta il Milan "obbligato" ipotizzato alla vigilia, con la sola novità di Bonera a sinistra preferito ad Antonini, evidentemente per dare più copertura su quella fascia e maggiore solidità ad una difesa che deve fronteggiare un attacco molto forte ed insidioso; dieci assenze sono tante, ma il mister rossonero non si piange addosso e vuole comunque un Milan che sia in grado di fare la partita e provare a vincere su un campo tutt'altro che facile, ma che al Milan evoca dolci ricordi, legati alle sfide scudetto di vent'anni fa, ma anche alla vittoria della scorsa stagione, uno dei momenti chiave del campionato. I suoi ragazzi lo accontentano con una buona partenza, anche se la prima fase è più che altro di studio, perchè sono i rossoneri a fare la partita e a mantenere il controllo del gioco, anche se sono lenti e macchinosi, faticano ad avvicinarsi all'area di rigore e bisogna sempre stabilire se non sia una precisa scelta tattica del Napoli quella di lasciare il pallino in mano agli avversari per poi ripartire in contropiede. Cassano sembra in serata di vena e confeziona un bel cross per Aquilani che di testa realizza il suo primo gol in maglia rossonera; la partita sembra indirizzata sui binari giusti, ma la reazione del Napoli è prontissima e il Milan affonda una prima volta su un pallone alto che si trasforma, grazie al colpo di testa di Maggio, in pallone vagante in area sul quale si avventa un solissimo Cavani che impallina una prima volta Abbiati. Viene da chiedersi perchè nessuno si sia preoccupato di dare almeno un'occhiatina al più pericoloso attaccante avversario in piena area e queste sono amnesie che ci riportano indietro di qualche tempo e che sembravano ormai superate, grazie ad una difesa che per gran parte della scorsa stagione era stata impeccabile. Dopo il botta e risposta fulmineo, la partita torna quella dei primi dieci minuti, con il Milan che controlla il gioco in modo sterile e viene poi punito da una micidiale ripartenza che mette a nudo tutti i limiti attuali della fase difensiva rossonera, visto che Gargano si fa una volata di cinquanta metri senza che nessuno gli dia minimamente fastidio e Cavani può infilare per la seconda volta Abbiati con un gran tiro. Nonostante il colpo da K.O. il Milan prova a reagire e Aquilani ha l'occasione per una clamorosa doppietta, ma la sua conclusione viene miracolosamente deviata da De Sanctis e in pratica la sfida per i rossoneri si chiude qui, perchè la manovra diventa sempre più lenta e prevedibile, al contrario delle ripartenze napoletane, che rischiano sempre di far male ad una squadra imbambolata e molle.

Non per niente la ripresa si apre con il terzo gol del Napoli, realizzato sempre da Cavani, lesto ed implacabile a sfruttare una corta respinta di Nesta per fulminare Abbiati. Il Milan non esce completamente dalla partita (e questo è già un piccolo merito), prova a reagire, ma lo fa in modo quasi innocuo per gli scatenati avversari, se si eccettua qualche timido tentativo offensivo e l'unica vera recriminazione è per un fallo di mano in area di Cannavaro non visto da arbitro e guardalinee (forse non avrebbe cambiato le sorti della partita, ma intanto il rigore c'era e andava decretato). Allegri prova a sfruttare le sostituzioni per cambiare l'inerzia della partita, ma non ha grandi alternative in panchina e si limita ad inserire Antonini al posto di Bonera (perchè coprire sulle fasce non serve più e bisogna provare a spingere), Emanuelson al posto di Van Bommel (sicuramente più dinamico e questa sera ci vuole poco ad esserlo...) e El Shaarawy al posto di Aquilani, ma il talentuoso italo-egiziano non può certo cambiare da solo e in pochi minuti le sorti di un incontro già segnato da un pezzo. E così i campioni d'Italia devono subire l'umiliazione degli olè dell'entusiasta pubblico napoletano che sottolinea in questo modo i passaggi dei loro giocatori e sono costretti ad uscire a testa bassa e con l'umore più nero della maglie che indossano dal campo sul quale hanno provato ad essere più forti delle difficoltà e dell'emergenza, ma hanno mostrato di essere nettamente inferiori all'avversario e ciò va riconosciuto con onestà.

Sconfitta netta e apparentemente senza giustificazioni, ma in realtà alcune spiegazioni ci sono e devono essere tenute in debito conto per evitare di fare drammi eccessivi, soprattutto alla seconda giornata di campionato: dieci assenti sono quasi una squadra intera e se poi fra questi c'è il tuo uomo più decisivo (Ibrahimovic), la rivelazione della scorsa stagione nel ruolo di trequartista (Boateng), l'attaccante più prezioso e utile con il suo movimento perpetuo (Robinho) e ben tre gladiatori di centrocampo che danno sostanza e dinamicità (Gattuso, Ambrosini e Flamini), forse è giusto dire che al San Paolo non è sceso in campo il vero Milan. Un'altra cosa evidente agli occhi di tutti è stata la differenza di condizione fisica della due squadre: il Napoli correva e scattava, il Milan arrancava e non cambiava ritmo e allora bisogna ripensare ad un'estate in cui la squadra di Mazzarri ha lavorato serenamente e in modo proficuo nel ritiro in montagna, mentre il Milan interrompeva di fatto la preparazione nel momento decisivo per affrontare la disagevole trasferta in Cina per disputare la finale di Supercoppa italiana, per poi concedere un nuovo periodo di vacanza ai sudamericani che avevano partecipato alla Coppa America e non si erano riposati per giocare a Pechino. Chi si chiede dov'è finito il Milan della scorsa stagione e perchè non corre come in primavera, forse ora ha delle risposte, perchè non si può "improvvisare" una preparazione fra mille intoppi e poi pretendere, soprattutto a settembre, di correre come chi ha lavorato di più e meglio. In estate bisogna mettere benzina nelle gambe e se non lo fai corri meno degli altri, soprattutto ad inizio stagione e hai maggiori rischi di infortuni (ovviamente niente da dire su quelli traumatici come quelli di Boateng, Ambrosini o Robinho, ma su quelli muscolari qualche responsabilità può esserci). Con i se e con i ma non si va molto lontano, ma sarebbe bello poter rigiocare la sfida con il Milan al completo e magari un po' più in là nel tempo e posso sbilanciarmi a dire che non finirebbe certamente in questo modo umiliante; in fondo nel tabellino dei marcatori c'è per tre volte Cavani e il Cavani del Milan (a livello di importanza come uomo gol) era in Svezia a caccia di alci e non a Napoli a caccia di gol e scusate se è poco! Insomma questa sconfitta deve preoccupare ma non far disperare e deve mettere in allarme ma non far vedere tutto nero, perchè questo Milan può e deve riscattarsi, a cominciare da mercoledì nella sfida contro l'Udinese, un altro impegno insidioso per una squadra incerottata e lenta, uscita con le ossa rotte dal San Paolo in una notte da dimenticare in fretta e che deve reagire con l'orgoglio tipico della grandi squadre.