Andrea Pirlo "scaricato" per riconoscenza

Andrea Pirlo "scaricato" per riconoscenzaMilanNews.it
© foto di Alberto Fornasari
martedì 20 settembre 2011, 14:30Focus On...
di Emiliano Cuppone

La partenza ad handicap del Milan di Allegri targato 2011/12 ha aperto la strada alle critiche incondizionate: le difficoltà mostrate a centrocampo, l’incapacità di gestire il pallone con la necessaria autorevolezza, la coperta corta della rosa nel reparto nevralgico, tutti buoni motivi per un coro unanime: “Pirlo non doveva partire”.
Gli elogi alla dirigenza juventina si sprecano, un Pirlo in grande spolvero contro Parma e Siena era quello che i detrattori rossoneri aspettavano per scagliarsi contro i vertici di via Turati, rei di aver lasciato partire con troppa leggerezza un campione assoluto come il bresciano. Un flop tecnico ed economico secondo molti, un giocatore della levatura dell’ex numero 21 rossonero lasciato andare a fine stagione, per di più senza cavarci un euro.
Andrea Pirlo trattato come un giocatore finito, ancora una volta, dopo che l’Inter l’aveva quasi regalato al Milan nell’estate del 2001, scaricato da una società ingrata, che ha dimenticato in fretta quasi 10 anni di grandi vittorie. Critiche aspre ad una dirigenza che si è sempre fregiata dello status di “famiglia” dei propri atleti, che ha sempre lasciato intravedere un atteggiamento volto a “coccolare” i propri campioni.
Critiche forse poco obiettive, spinte dalla rabbia di chi vede il Milan perdere malamente al San Paolo annaspando in mezzo al campo, di chi vede il diavolo schiacciato dal possesso palla del Barcellona al Camp Nou, incapace di gestire il pallone in maniera da inanellare tre passaggi consecutivi senza essere costretto a spararla lì, per alleggerire la pressione.


La cessione di Andrea Pirlo, però, andrebbe analizzata con freddezza, con distacco, per capirne l’essenza, il perché e, soprattutto, il come sia venuto in mente ad Adriano Galliani di lasciar partire quel campione tanto amato. La cessione di Andrea Pirlo apparirebbe così tutt’altro che ingrata, perché in realtà apparirebbe come l’ultimo, difficile, sofferto atto di gratitudine nei confronti di uno dei veri leader del club più titolato al mondo.
Andrea Pirlo, per caratteristiche tecniche e fisiche, non riusciva ad interpretare il ruolo di schermo davanti alla difesa voluto da Allegri, egli avrebbe dovuto accettare il ruolo di mezz’ala, accettare la concorrenza di Clarence Seedorf ed Alberto Aquilani, avrebbe dovuto reinventarsi, ancora una volta, a 32 anni. Andrea Pirlo avrebbe dovuto accettare la nuova politica societaria, che per rispetto e riconoscenza nei confronti dei tanti campioni  rossoneri non poteva fare differenze, avrebbe dovuto accettare un contratto annuale, senza garanzie di rinnovo, in ossequio ai principi del fair play finanziario ormai alle porte.
Andrea Pirlo non era pronto ad accettare tutto questo, aveva voglia di ripartire, con una nuova avventura, con nuovi stimoli, con nuove certezze, aveva voglia di rimettersi in gioco, ma a determinate condizioni e con determinate garanzie.
Adriano Galliani ed il Milan tutto hanno accettato di perdere la sua classe, il suo carisma, la sua esperienza, assecondando quella richiesta a malincuore, senza guadagnarci un euro, pronti a subirne le critiche, che puntuali sono arrivate, per un unico motivo: la gratitudine ed il rispetto nei confronti di un grande uomo, prima che un grande campione, come è stato e sarà sempre Andrea Pirlo.