Galliani, a gennaio ci vuole un colpo mirato! Rientri e scommesse: Allegri ricomincia da qui

Galliani, a gennaio ci vuole un colpo mirato! Rientri e scommesse: Allegri ricomincia da quiMilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
mercoledì 5 ottobre 2011, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Tuttoverbania.com ed EcoRisveglio.

Si combatte per fame, oppure per la gloria. Non ci sono vie di mezzo. Il Milan ha la bacheca traboccante di trofei e questo potrebbe aver prodotto quel senso di appagamento che fa rallentare mente e gambe nell’impresa verso nuovi obiettivi. E poi la fame. Fame di vittorie che ora potrebbe prendere il sopravvento dopo l’apertura quasi fallimentare di questo inizio di campionato. Fame e gloria che devono andare a vanti di pari passo e trasformarsi in fame di gloria nella mente dei pochi uomini a disposizione di mister Allegri. Pochi: ecco il dilemma. Ecco il capro espiatorio che però non è alibi ma si trasforma in dato certo e preoccupante.
La squadra rossonera ha l’organico ridotto all’osso, uomini chiave nel modulo di Allegri che non hanno sostituti disponibili. Forse. Perché è inevitabile guardare alle risorse disponibili provenienti dai vivai o a quel ragazzino seduto in tribuna a Torino che forse non è proprio un principiante su cui non poter investire. Sto parlando di El Shaarawy, che giovane lo è davvero ma che in campo dimostra ogni volta di poter reggere la pressione. Ovvio: non sto dicendo che su di lui e le sue spalle strette debbano essere caricate le aspettative di ritorno al successo di questo Milan, ma tutto aiuta. Nella partita contro la Juventus non credo avrebbe sfigurato, perché lui di fame ne ha, tanta anche e la gloria la sta ancora inseguendo con la spregiudicatezza della sua tenera età. Si punta il dito sull’usura di giocatori che ormai sembrano pronti alla pensione calcistica, si cerca sempre, almeno in via del tutto teorica, di porre rimedio all’invecchiamento progressivo della formazione rossonera. Allegri già nella scorsa stagione ha lanciato sul campo nuovi talenti, che ora sono stati spediti a farsi le ossa in squadre dove, fortunatamente, la pressione mediatica e la richiesta di risultati immediati è molto bassa. Ma anche nella scorsa stagione le scelte in tal senso furono dettate da esigenze pratiche, da infortuni incombenti, da problemi irrisolvibili nel tentativo di evacuazione dell’infermeria rossonera. Mai  da una scelta strategica in chiave futura. Purtroppo è cambiata la stagione ma ci si trova di fronte agli stessi handicap. Pato di nuovo fragile come il cristallo, pedine importanti come Robinho ancora ferme ai box, nuovi acquisti ancora in fase di recupero da infortuni importanti. Mexes è ovviamente il soggetto di quest’ultima affermazione. La sosta per gli impegni con le nazionali sembra essere manna dal cielo per ritrovare l’equilibrio in casa rossonera. In questo lasso di tempo che separa dalla ripresa dei giochi il Milan potrebbe recuperare almeno il francese, dando così un’alternativa in più in difesa. Ma, la domanda sorge spontanea, se si vuole dare fiato a Nesta o se si vuol optare per un avanzamento di Thiago Silva, perché non giocare la carta Yepes? Ogni volta che il colombiano è stato chiamato in causa ha risposto con determinazione e impegno in campo. Forse in attesa di collaudare il centrale ex-Roma Allegri poteva puntare anche su di lui.

Però è giusto anche ribadire che i problemi più drammatici in chiave difensiva il Milan li vive in zona terzini: fuori Abate nessuno ha dimostrato di poterlo sostituire degnamente su quella fascia, dove viene richiesta corsa, progressione infernale e capacità di andare alla conclusione dopo lo scatto da velocista. A sinistra poi, fuori Antonini e con Zambrotta che il suo lo fa, ma al quale non si può chiedere di reinventarsi ventenne per emulare il compagno dalla parte opposta, tutto ruota intorno a quello che doveva essere il colpo del mercato rossonero: Taiwo. Il giocatore sembra risentire dei ritmi e dei modi del calcio italiano e dunque appare in ritardo di apprendimento nel nuovo “modus operandi” richiesto dalle circostanze. Una scommessa che per ora appare persa,  perché troppo spesso viene relegato in panchina se non addirittura messo in tribuna. Vero è che anche il terzino sinistro è reduce da qualche problema fisico, quindi non stronchiamo una carriera che, a quanto pare, deve ancora poter iniziare. Lo scorso anno fu il mercato di gennaio a ridare linfa nuova al Milan. Van Bommel e Cassano hanno stravolto le dinamiche rossonere, inserendosi a pieno titolo nella ricompensa per lo scudetto. E quest’anno cosa farà la società di via Turati? Il centrocampo rossonero è ridotto ad un colabrodo, mancano giocatori in grado di poter supportare il reparto avanzato nel ruolo di ispiratori, ma al contempo capaci di fare da filtro, così da non dover ricorrere al rientro degli attaccanti in fase difensiva. Certo, un giocatore come Fabregas avrebbe fatto comodo al Milan, eccome. Ma sono arrivati Nocerino e Aquilani. Il primo sfruttato già in ogni occasione possibile, ma ora un po’ affaticato dalla mole di lavoro richiesta. Il secondo ancora solo artefice di fugaci apparizioni. Si parla di Montolivo, che dalla Fiorentina danno quasi per certo in casacca rossonera. Ma cosa cambierebbe in fondo? Tre giocatori con caratteristiche simili, molto duttili certo, ma che potrebbero non riuscire a fare la differenza. Io fossi in Galliani, opterei per un mediano dalle caratteristiche diverse. Ma per fortuna Galliani non manca mai quando si tratta di colpi e intuizioni. Seedorf e Van Bommel, Ambrosini e Gattuso, hanno qualità a profusione, ma solo se possono rifiatare di tanto in tanto. Io, nella mia noiosa cantilena, avrei optato per un giocatore alla Bale: veloce in progressione, dotato di tocco di palla sopraffino, capace di cavalcare la fascia anche partendo da posizioni molto arretrate. In attesa di Pato poi, l’ennesima attesa, comincerei a far giocare qualche giovane con più continuità, in modo da abituarlo al fraseggio con Ibra. E concludo con un’immagine che mi ha spezzato il cuore: Abbiati e la sua “papera” che regala il secondo gol alla Juve. Questo è il sintomo tangibile che qualcosa deve cambiare. Perché Abbiati che commette un errore del genere, dovuto forse allo scoramento, è l’emblema dello stato d’animo di questo Milan. Christian è il portiere per antonomasia, Buffon permettendo ovviamente, che ci ha regalato emozioni inossidabili e indimenticabili. Il suo sguardo mesto, sotto la visiera dell’immancabile cappellino la dice lunga.  Allegri, riprendi in mano il Milan!  “Hic et nunc” dicevano i latini. Qui e ora, perché sotto di noi c’è solo l’inferno.