1987/88 : Sacchi e la rincorsa al Napoli che portò lo scudetto. 2011/12: sarà Ibrahimovic a trascinare il Milan alla riscossa?

1987/88 : Sacchi e la rincorsa al Napoli che portò lo scudetto. 2011/12: sarà Ibrahimovic a trascinare il Milan alla riscossa?MilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
martedì 11 ottobre 2011, 10:22Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Tuttoverbania.com ed EcoRisveglio.

Si sa, la storia presenta cicli che prima o poi ritornano al loro punto di partenza. La situazione del Milan nell’avvio di quest’anno tanto ricorda la situazione del Milan di Sacchi nel 1987. L’avversario nell’agguerrita corsa scudetto era allora il Napoli di Maradona: oggi potremmo dire il Napoli di Lavezzi o Cavani. Talenti diversi, campionati lontani anni luce, punti a disposizione ancora due a partita. Bene. Quell’anno il Milan partì male, ma diede vita ad un duello che si concluse con il colpo di coda a fine campionato. Gli scenari quest’anno non sono così diversi. Calcolando la posta in palio, ovvero i tre punti per ogni vittoria, il distacco tra il Milan e il vertice della classifica viene drasticamente ridotto. Il Napoli occupa la seconda posizione, sovrastato da Juventus ed Udinese, con una sola lunghezza di distacco. Ecco allora che i ricordi cominciano a farsi meno flebili e il termine di paragone con quelle annate leggendarie ritorna in auge.
Ma non bastano i ricordi a riscrivere la storia, magari con lo stesso felice epilogo.
Le variabili ora sono molte, la sosta per gli impegni delle Nazionali ha concesso al Milan di tirare il fiato e recuperare gli acciaccati che sovraffollavano l’infermeria rossonera. Il Palermo di Devis Mangia, allenatore rivelazione in questo scorcio di torneo, attende il Milan al varco, con la speranza di far bottino e ritornare felice dall’isola  del tesoro. Sicilia protagonista nella rincorsa alla vetta anche dell’altra milanese: corsi e ricorsi storici, dicevamo, ma soffermiamoci su una breve analisi della situazione in casa Milan. Rientrano in gruppo Robinho e Mexes: ossigeno puro per i reparti più ammaccati in questa stagione. La gestione Allegri potrà dunque avere nuove forze a disposizione, in attesa di poter lavorare spasmodicamente con la rosa al completo. Inoltre, dopo le esternazioni svedesi, Ibrahimovic rientra alla base con qualche giorno di anticipo, pronto a dimostrare agli scettici che il suo mal di pancia non ha lasciato tracce visibili. Tutto gira intorno ad Ibra? Ad oggi è di certo il giocatore perno di questo Milan, da lui ci si aspettano gli straordinari sempre, lui può cambiare qualsiasi partita se giustamente motivato. Le sue parole tuttavia hanno creato una sorta di terremoto in via Turati, tanto da allertare i dirigenti esperti di mercato prima che la situazione possa sfuggire al controllo o prima, che sarebbe la cosa peggiore, di doversi confrontare con scelte fatte in extremis.
Si torna dunque a parlare di mercato e lo si fa con convinzione nella speranza di poter anticipare gli avversari nella corsa al vice-Ibra. Le voci che vorrebbero lo svedese alla corte di Mourinho, attendibili o meno, fanno sorgere pesanti nubi sul futuro mercato. Ma come, Ibra non aveva giurato amore eterno al Milan? Non aveva deciso di chiudere la carriera, anche perché stanco del calcio, con la maglia del diavolo da mettere in bacheca?
Molto probabilmente è così, ma anche la minima possibilità che tutto questo non accada non deve cogliere di sorpresa anche i più ottimisti. Il calcio business, la continua ricerca di notizie, notorietà, risultati, porta ad ingigantire anche le dichiarazioni più banali. Si creano scenari a dir poco paradossali e allora bisogna correre da subito ai ripari.


Il nome del primo acquisto in attacco, nel mercato di gennaio, sembra voler essere quello di Amauri. Completamente dimenticato dagli schemi di Conte, l’attaccante potrebbe vivere una seconda giovinezza in quella sponda del naviglio targata Milan. Ma non è questo il nome che i tifosi urlano a gran voce. C’è sempre il sogno di veder Balotelli vestito di rossonero. I tifosi sono già pronti all’accoglienza trionfale e lui da sempre tifoso del diavolo, sembra non veder l’ora di abbandonare il City.
Ma torniamo alla storia, alle partite epiche che hanno tenuto gli italiani con il naso incollato alla tv, o più verosimilmente con l’orecchio accanto ad una radiolina. Quella era l’epoca di Maradona, di Gullit, Van Basten, Sacchi. Il calcio stava cambiando, il Milan giocava in un modo diverso rispetto a tutte le avversarie, riusciva ad ubriacare le altre squadre con colpi funambolici: ecco perché a questo Milan serve Ibra.
Ma non solo. A questo Milan serve di ritrovare la continuità positiva nei risultati. Per far questo Allegri dovrà rischiare. L’inserimento di Robinho darà più fantasia ad un reparto che ormai vedeva nel gigante svedese il suo unico finalizzatore. L’ispirazione di Cassano nelle giocate di Ibra poteva risultare scontata agli avversari, quindi facilmente arrestabile in tutta la sua dirompenza. Robinho scombussola gli schemi, diventa una mina vagante, rende più facile il compito dei centrocampisti, che non devono sobbarcarsi l’onere di trasformarsi in giocolieri, ma che invece possono garantire quel filtro in più davanti alla difesa. Seedorf potrà tornare in cattedra, senza preoccuparsi troppo di avanzare fino al limite dell’area per imboccare i compagni. Van Bommel potrà ergere un muro davanti a Nesta e Thiago Silva, sovraccaricati di lavoro nelle ultime giornate, Nocerino potrà finalmente tornare nel suo ruolo, proprio contro gli ex compagni. Ad alleggerire il lavoro di Nesta poi sembra arrivare provvidenzialmente l’ora di Mexes. Prima di tutto per vederlo esordire in rossonero, magari davanti al pubblico amico di S.Siro e poi per giudicare, finalmente la bontà dell’acquisto e le scelta di inserirlo nella lista Champions in luogo di altri nomi.
Un Milan che dunque dovrà ritrovare il suo equilibrio, che dovrà tornare ad imporre i suoi ritmi all’avversario, che dovrà tornare a vincere. Perché ora è il tempo della riscossa. Se davvero il Milan è alla ricerca della seconda stella, non può più sedersi sugli allori. Se davvero il Milan non vuole rischiare di trovarsi in imbarazzante ritardo sulla vetta, è arrivata l’ora della rivincita. Meglio se contro il Palermo, in pieno stato di forma, già considerata la squadra dei miracoli, sulla cui onda positiva cavalcano un po’ tutti:  chi ha orecchie per intendere … ascolti i discorsi di Zamparini. Che il presidente rosanero voglia togliersi qualche sassolino dalle scarpe è ormai lampante: ai rossoneri il compito di smentirlo.