Di Marzio: "Il Milan ha perso ma li abbiamo fatti almeno tremare"
Li ha aspettati, sfidati, affrontati senza paura. Il Milan ha perso sì, ma con la consapevolezza di averci seriamente provato. Non solo a fermarli, ma a giocarcela sullo stesso piano, magari senza quella qualità però innata nei fenomeni arrivati dalla Spagna. Rivederli a San Siro, saltellare su quel prato, come fosse un biliardo, è stato come un flash: in un attimo è tornata in mente quella notte del 20 aprile 2010, a tinte invece nerazzurre. La musichetta della Champions ha fatto poi il resto. Loro, marziani erano allora come oggi, esempio inesauribile di una squadra che non si esaurisce mai e nelle vittorie continua a specchiarsi: la migliore. Quella notte però qualcosa è cambiato, per una notte c'è stato qualcuno di più forte. Un lampo, in mezzo a un dominio che in Europa è ancora più grande, interrotto solo per quella stagione. Un piccolo squarcio, dentro cui il Milan ha provato a infilarsi di nuovo, per un testa a testa durato 60 minuti, fino al gol di Xavi. Fino ad allora perfetto equilibrio. Con un Ibra in più: meglio averlo in squadra, ancora meglio non giocarci contro, minerale prezioso da cui stare lontani in ogni caso. Deve averlo pensato anche Pep, mentre Ibra segnava il gol del pareggio e in un attimo sfogava sul campo quello che fino ad oggi aveva solo pensato, anzi, scritto. Prima rete da ex, gol d'autore, magari due righe in più nel libro si potevano anche aggiungere. Ci teneva forse più di tutti a questa partita, i compagni l'hanno seguito. Ma non è bastato. Altro che fase a gironi, sembrava una notte speciale, di stelle, per dirla alla Galliani. Un anno e mezzo fa San Siro aveva applaudito i "nuovi" marziani interisti, questa volta restituisce il favore. Eccoli, sono tornati. O meglio, non se ne erano mai andati. Ma li abbiamo fatti almeno tremare.
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