En plein nel segno di Ibra e Fantantonio. Mercato degli attaccanti: un pupillo può arrivare dal Brasile. Braida, Eriksen merita il rossonero
La cooperativa del gol colpisce ancora. Un poker, quello rifilato al Catania, che non ammette repliche anche se, in alcuni momenti del primo tempo, si sono intravisti alcune lacune in fase di contenimento che hanno permesso ai siciliani di poter creare, a livello solamente potenziale, delle occasioni da gol che poi non si sono rivelate tali. Cinque vittorie consecutive in campionato da una sosta all'altra per le nazionali e un bottino di 15 punti che ha accorciato la classifica in maniera netta e convincente passando da partite di una diversità pressoché totale passando dai domini contro Palermo, Parma e Catania a sfida sofferte e, per un certo senso, epiche come quelle contro Lecce e Roma.
Il segno indelebile su questa rimonta, nella quale va inserita anche l'ipoteca e matematica qualificazione agli ottavi di Champions League, è quello di Zlatan Ibrahimovic. Il fuoriclasse svedese si è preso sulle spalle il Milan e con prestazioni quasi sempre decisive lo ha guidato alla scalata verso la vetta che, virtualmente, è distante solo due punti ma che, almeno fino al 14 dicembre, data nella quale Napoli e Juventus scenderanno in campo per recuperare la sfida rinviata ieri, è occupata, un solo gradino più in alto della quota 20, da Lazio e Udinese.
Uno schiaffo, dunque, ai critici, ai soloni che lo avevano indicato come svogliato e con l'ennesimo mal di pancia della sua carriera e un comportamento, sia dentro che fuori dal campo, esemplare segno di come il condottiero di Malmoe si senta uno dei leader principali di uno spogliatoio che dopo il brutto periodo iniziale, condito dalle scoppole prese contro Napoli e Juventus, si è ricompattato ritrovando antiche certezze e nuove motivazioni che un gruppo vincente come quello milanista può correre il rischio, minimo, di perdere dopo anni di coppe alzate al cielo e di trofei messi in bacheca.
Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza lo straordinario apporto di Antonio Cassano che è stato fermato, come ormai tutti sappiamo, da un problema cardiaco che lo terrà fuori almeno fino alla prossima primavera come un assurdo e bruttissimo scherzo del destino che lo ha stoppato nella stagione della definitiva consacrazione come calciatore di livello e, anche, di uomo visto che le Cassanate si sono ridotte agli scherzi con i compagni di squadra all'interno dello spogliatoio.
La sua assenza potrebbe costringere il Milan ad andare sul mercato a gennaio per trovare un attaccante da poter schierare sia in campionato che, soprattutto, in Champions League e i nomi che sono stati fatti sono molteplici e con motivazioni tecnico-tattiche più che buone. Dall'idea suggestiva Del Piero al compagno di squadra Quagliarella passando per il talentuoso Leandro Damiao dell'Internacional di Puerto Alegre sono quelli che più hanno fatto parlare di se in questi giorni e, paradossalmente, il brasiliano è quello che ha le maggiori chance, se una trattativa sarà intavolata, di essere preso visto che il suo club non naviga in ottime acque dal punto di vista economico e un abbassamento del prezzo del suo cartellino non è da escludere a priori. Ma se l'attacco necessita di un sostituto di Fantantonio, il centrocampo è il vero reparto che deve essere ringiovanito e il nome, ora più che mai, sul quale puntare è quello di Christian Eriksen.
Già qualche settimana fa avevamo indicato nel danese dell'Ajax l'uomo ideale per la mediana rossonera. Dopo averlo visto giocare contro la Dinamo Zagabria ne sono sempre più convinto ma pare che Braida, nella hall dell'Hotel che ha ospitato il Milan a Roma, lo abbia bollato come "troppo fragile". Una fragilità, caro DS, che merita il rischio di essere corsa.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati