Il Milan e la Nazionale italiana: l'importanza di Allegri e Prandelli

Il Milan e la Nazionale italiana: l'importanza di Allegri e PrandelliMilanNews.it
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domenica 14 agosto 2011, 00:00Editoriale
di Tiziano Crudeli
Telecronista del Milan a 7 Gold, direttore editoriale del settimanale sportivo "Sprint&Sport Lombardia". Opinionista al "Processo di Biscardi" e Milan Channel.

Per costruire un Milan competitivo ai massimi livelli internazionali bisogna partire da quello visto  all'opera  nella seconda parte dello scorso campionato. Una squadra, equilibrata  solida in difesa e prolifica in attacco, capace di esprimere  un gioco piacevole benchè privo di rapidità. I rossoneri nel corso della stagione  hanno sconfitto per ben due volte  l'Inter  campione del mondo (titolo conquistato battendo il Mazembe...),  stessa sorte è stata riservata alla terza classificata, il Napoli,  mentre con l'Udinese,  quarta forza della serie A, ha conseguito due pareggi.  La supremazia in serie A non assicura la leadership in Europa dove spiccano formazioni molto ben attrezzate. In attesa del botto finale   i nuovi   inserimenti (Taiwo, Mexes, El Shaarawy) sono pedine che potenziano l'organico.  Nel frattempo  il team di Allegri  ha acquisito maggiore  consapevolezza nei propri mezzi. La difesa è forte, l'attacco può contare su uno strepitoso Ibra e su  Pato suscettibile di grossi miglioramenti. La chiave sarà il centrocampo. E lì che i rossoneri dovranno  garantire qualità  e una rapida costruzione delle azioni.  Non bastano più mediani di antica memoria, oggi in quel settore ci vogliono fini palleggiatori. I  centrocampisti moderni devono essere dotati di  capacità di difendere,   di arrivare in area avversaria e di giocare per la squadra. L'amichevole Italia-Spagna ha confermato quanto siano  indispensabili i creativi e  gli  abili palleggiatori.  Poco importa se manca un   incontrista puro. I fini dicitori  Pirlo, Montolivo, Aquilani, Cassano e Rossi hanno convinto. Bene anche Criscito e De Rossi.  Nota a parte. I  più in vista: un milanista Cassano, due possibili rossoneri Montolivo e Aquilani, e un ex Pirlo.    L'assurdo è che nel giro di novanta minuti  il calcio italiano  è passato da un diffuso pessimismo ad un esagerato ottimismo. In fondo il match con i campioni d'Europa e del Mondo era un'amichevole di inizio stagione e per di più gli avversari erano privi di alcuni giocatori titolari. Dopo la prestazione  molto positiva  di Montolivo  hanno scritto: "Il migliore. Universale e generoso. Uno che gioca ovunque che segna e difende. Il più moderno dei giocatori italiani." A non conoscerlo sembrerebbe trovarsi di fronte a un nuovo fenomeno.

In realtà il ventiseienne fiorentino, che potrebbe presto diventare rossonero, è un elemento di buone qualità, ma non ha ancora espresso compiutamente le sue capacità. Ciò non vuol dire che il ragazzo non sia suscettibile di notevoli progressi. Per ora registriamo la sua  prova convincente in un ruolo dove i fuoriclasse nostrani non abbondano.  L'Italia, comunque,  ha evidenziato eccellenti trame  in velocità dimostrando come gli azzurri sappiano  impostare manovre ben concertate e rivaleggiare alla pari contro avversari notoriamente  maestri del palleggio.  I meriti di Prandelli sono sintetizzati  nelle pagelle stilate dagli   addetti ai lavori: " L'Italia regala la vittoria più bella.  La lucida follia (ndr di Prandelli) è opporsi ai campioni del mondo con le loro stesse armi. Prandelli ha fatto il miracolo." E poi: "La Spagna per una sera siamo noi e l'autostima cresce. Si può battere la Spagna sul suo terreno che è quello della manovra, della palla mai buttata, ma sempre giocata." Gli elogi proseguono: "Superato con lode l'esame con la Spagna. L'Italia  dai piedi buoni piace."    Grazie a Mister Prandelli la Nazionale è una squadra che ha movimenti collettivi  ben studiati.    E' solo un primo passo. Al di là delle note positive è vietato  qualsiasi volo pindarico. Ma torniamo al Milan.  La Supercoppa è un primo trofeo ben augurante e quel successo  ha offerto  indicazioni positive. Siamo solo all'inizio e quindi è ancora troppo presto per avere delle certezze. Sicuramente Massimiliano Allegri rivestirà un ruolo importante. Lo scudetto e la Supercoppa portano anche la sua firma. Oltretutto nel giro di un solo anno ha il merito di aver vinto tre derby ufficiali  su tre, score ottenuto soltanto da Capello ed Ancelotti. Allegri ha dimostrato di essere molto preparato e quando ha commesso  qualche errore è subito corso ai ripari  con soluzioni che hanno prodotto risultati immediati. Con la  partenza di Pirlo la squadra ha perso un impareggiabile regista.  In realtà Andreino da Brescia, anche a causa di un lungo infortunio, ha giocato poco e la sua assenza è stata compensata dalle scelte  tattiche dell'allenatore che è riuscito a dare un gioco efficace e a tratti spettacolare. Detto questo è altrettanto evidente che ci vuole un sostituto di "Andreino da Brescia"  all'altezza per garantire l'indispensabilità qualità, senza la quale il confronto con le big d'Europa è improbo. Non basta, infatti, la fisicità, la corsa, l'intensità, l' aggressività, componenti essenziali, ma senza un elevato  tasso tecnico  non  si raggiunge il top.