MN - Esajas: "Ho avuto una giovinezza complicata, dove era una lotta per la sopravvivenza. La svolta è arrivata al Milan"

MN - Esajas: "Ho avuto una giovinezza complicata, dove era una lotta per la sopravvivenza. La svolta è arrivata al Milan"MilanNews.it
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Ieri alle 23:30News
di Antonello Gioia

La storia di Harvey Esajas, ormai vecchia 20 anni, fece a suo tempo il giro del mondo. La favola del "lavapiatti" (scopriremo che non l'ha mai fatto) che arriva a giocare in quello che era uno dei club più forti in assoluto. Una splendida favola di quelle che fanno bene al calcio e che insegna che non bisogna mai smettere di sognare. Oggi Esajas ha 51 anni, è tornato in Olanda e ha fatto tesoro della sua esperienza in rossonero che, come ci ha raccontato, gli ha aperto gli occhi e dato una missione di vita. Che lo ha portato ad aiutare le persone in difficoltà. Il calcio, invece, è ormai alle spalle.

Ecco un estratto delle sue parole, in esclusiva per MilanNews.it, ai microfoni di Gaetano Mocciaro.

Harvey Esajas, cosa fai oggi?
"Sto lavorando per il Governo olandese in un istituto per aiutare ragazze problematiche, che possono essere vittime di loverboy, o con problemi in famiglia o con la giustizia. Ragazze che vanno dai 12 ai 18 anni. Cerco di aiutarle a fare la cosa giusta e stare lontano dai guai".

È una missione, la tua
"Sì, è una cosa che mi sento dentro. Ho avuto una giovinezza complicata, dove era una lotta per la sopravvivenza. La svolta, pensa, è arrivata al Milan".

In che modo?
"Quando ho visto come era organizzato e quello che ha fatto per me mi si sono aperti gli occhi. Il Milan mi ha aiutato tanto, ha investito su di me, mi ha dato l'opportunità di migliorare umanamente. Dopo l'esperienza in rossonero ho capito che la mia missione nella vita era aiutare la gente".

Hai anche una fondazione, la I Sport special
"È nata per i bambini che non trovano il modo di fare attività sportive. E generalmente aiutiamo persone con disabilità come autismo, basso QI, problemi motori, sindrome di down. Li aiutiamo a livello motorio, vediamo le loro attitudini e cerchiamo di lavorare sulle loro abilità. E li aiutiamo a inserirsi in contesti sociali, perché sappiamo quanto sia complicato per loro. Sono cose che prendono tanto tempo, ma se le fai col cuore è qualcosa di gratificante".