Il 442 di ieri sera non ha funzionato: la spiegazione tattica dell'immobilismo di Jovic e compagni

Il 442 di ieri sera non ha funzionato: la spiegazione tattica dell'immobilismo di Jovic e compagniMilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 5 novembre 2023, 19:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Uno dei Milan più brutti degli ultimi tempi, con la prestazione peggiore dell’ultimo periodo, come ha ammesso sinceramente mister Pioli dopo il triplice fischio, che riesce nell’impresa di far ottenere all’Udinese la prima vittoria stagionale in Serie A. Decide Pereyra su rigore, assegnato da Sacchi per quello che nella sua visione è stato uno step on foot di Adli su Ebosele; in realtà il tocco è stato talmente impercettibile da non giustificare il fischio. Il VAR, ingabbiato da un protocollo che lascia invece ampio respiro all’arbitro di campo, non ha potuto ribaltare la decisione. Piccola nota “divertente” a margine: Adli entra in contatto con la punta del piede destro di Ebosele, il giocatore dell’Udinese invece, una volta a terra, si tiene la gamba sinistra. Episodi che vanno presi con filosofia, consapevoli che gli arbitri possono sbagliare così come sbagliano calciatori ed allenatori: il discorso arbitrale comunque va affrontato con onestà e serenità.

Ma non parleremo di questo, bensì di come il piano gara dei rossoneri non sia riuscito e abbia reso molto facile la vita ad un’Udinese (entrato a San Siro, nonostante il rivedibile addetto stampa di Cioffi non l’abbia voluto ammettere in conferenza, con l’intenzione di perdere tempo fin dalle prime battute del match) ben schierata in campo.

O meglio, è il Milan che ha fatto sembrare l’Udinese ben schierata e mai in affanno. Parliamo di una situazione, che ovviamente non rappresenta la totalità della partita ma comunque una buona fetta dell'incontro, che vede il Milan in possesso palla in avvio di azione, con la sfera tra i piedi di Maignan o di un difensore, che alza i due esterni Leao e Musah sulla linea dei difensori dell'Udinese, che di risposta lascia Ebosele più largo sulla destra (i pericoli più grossi, rigore compresi, sono arrivati da quel lato) e abbassa Zemura, posizionandosi infine a 4 dietro: da sinistra a destra Zemura, Kabasele, Bijol e Perez. In teoria questo doveva essere il modo individuato da Pioli per scardinare il più classico degli avversari che viene a San Siro per chiudersi e ripartire, ma non ha fatto altro che intorbidire la manovra rossonera. Vediamo in che modo.

Innanzitutto Leao è stato lasciato troppo solo dai compagni, permettendo all'Udinese di raddoppiarlo con Ebosele e Perez, con i bianconeri che così facendo non hanno mai perso la superiorità numerica a centrocampo anche quando si abbassava il loro numero 2 andando a ricomporre la linea a cinque.
In seconda battuta i quattro attaccanti del Milan sono rimasti troppo statici sulle loro posizioni, non dando nessun tipo di preoccupazione ai difendenti: ok tenere la linea avversaria bassa e larga, ma Giroud e Jovic non sono riusciti a trovare i movimenti giusti per creare lo spazio per il compagno (attaccante o centrocampista) vicino.
Di conseguenza ci si è ritrovati di fronte ad una squadra nuovamente spaccata e poco mobile. In fase di avvio azione i due centrocampisti, Reijnders e Krunic, non sono mai andati oltre la giocata scolastica sull'esterno anche a causa degli scarsi movimenti degli attaccanti al centro. Una volta che la palla arrivava a Leao o Musah l'Udinese poteva raddoppiare senza andare in inferiorità numerica in area di rigore e senza perdere la superiorità con i centrocampisti. Rafa e Yunus quindi non potevano fare altro che buttarla in mezzo senza che si fosse creata la situazione adatta: i cross, spesso imprecisi e senza mordente, non hanno mai trovato i compagni.

Quand'è invece che il Milan ha smosso un po' le acque? Quando Florenzi si è buttato dentro nel corridoio tra Reijnders e Leao, mettendo Perez in condizione di non raddoppiare Leao insime ad Ebosele. Anche lì però i rossoneri non sono mai riusciti ad incidere a causa di una giornata tecnicamente da dimenticare. 
Un'altra situazione in cui potenzialmente si poteva creare pericolo è quando, palla ad uno degli esterni, il cross non arrivava in area ma al limite, con Jovic o Giroud che potevano controllare spalle alla porta. Ma anche lì c'è stato un problema: l'altro attaccante sarebbe dovuto andare dentro, o svariare, per poter creare spazio al centrocampista o al terzino che si buttava dentro. Non è successo: la staticità di Jovic e Giroud non ha permesso scambi e giocate che erano state provate in settimana.

Stefano Pioli, in conferenza stampa, ha risposto così a domanda specifica su questo tipo di situazione: “Io credo che dovevamo aprire un po’ di più il gioco inizialmente e poi tornare dentro per giocare un po’ di più sulle due punte e trovare qualche combinazione che effettivamente non siamo riusciti a fare”.

Il mister quindi ha confermato, senza entrare troppo nel dettaglio per evidenti problemi di tempistiche legate alla conferenza stampa, quello che abbiamo analizzato poco sopra. Il risultato, purtroppo, è stato poi sotto gli occhi di tutti: Milan fermo, prevedibile, monoritmo e sempre sotto il controllo degli uomini di Cioffi. Il 442 visto ieri sera non ha funzionato in nessun modo, sia per pochezza tecnica e sia per scarse letture tattiche.