L'Europa chiama, Milan ci sei?

L'Europa chiama, Milan ci sei?MilanNews.it
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mercoledì 19 febbraio 2014, 01:13Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri riprendono il cammino in Champions League con l'andata degli ottavi di finale contro l'Atletico Madrid a San Siro; impegno proibitivo contro una delle tre capolista in Liga, ma in Europa il Milan si trasforma...

Tra poche ore la "musichetta" della Champions League tornerà a risuonare alta nel cielo di San Siro e, come sempre, provocherà brividi e pelle d'oca nei tifosi rossoneri che gremiranno San Siro (anche se non ci sarà il tutto esaurito); torna la più importante competizione europea e, forse, del mondo e il Milan può affermare con orgoglio di essere l'unica squadra italiana rimasta in corsa, pur in una stagione molto difficile e sfruttando il fatto che, Barcellona a parte, la concorrenza nel girone della fase autunnale non era di livello eccelso (il Napoli ha avuto avversari molto più difficili e ha fatto più punti, ma è retrocesso in Europa League, perchè la Champions è così e non sempre i veri valori vengono rispettati). Ora si fa sul serio: inizia la fase a eliminazione diretta, da "dentro o fuori" e gli avversari sono tutti molto forti, soprattutto per chi, come il Milan, è arrivato secondo nel girone. I rossoneri hanno avuto in sorte dall'urna l'Atletico Madrid, squadra senza grande tradizione europea, ma che in questa stagione si sta dimostrando fortissima: è in testa alla Liga spagnola a pari merito con Real Madrid e Barcellona e basterebbe questo a far capire il valore della compagine guidata in panchina da Diego Simeone, vecchia conoscenza del calcio italiano e che sentirà questa sfida come un derby, avendo militato nell'Inter. Anche in Europa, nel girone della prima fase, i "colchoneros" hanno dimostrato la loro forza, rimanendo imbattuti e conquistando ben cinque successi e un solo ininfluente pareggio a qualificazione già conquistata; ecco perchè gli spagnoli sono favoriti e al Milan tocca l'arduo compito di ribaltare un pronostico sfavorevole, nonostante il differente blasone e una storia europea molto diversa.

Per Clarence Seedorf si tratterà dell'esordio in Europa da allenatore: l'olandese è l'unico ad aver vinto da giocatore questo trofeo con tre maglie diverse (Ajax, Real Madrid e Milan), quindi nessuno come lui sa come si gioca e si vince in Europa, ma questa volta non sarà in campo, bensì in panchina a guidare una squadra che ha dimoatrato di non aver ancora assimilato le sue idee e i suoi schemi e che sta faticando molto. La partita di Napoli, l'unica del Milan di Seedorf contro una "grande", dovrebbe far preoccupare, visto che è arrivata una sonora sconfitta in una sfida in cui il Milan ha subito circa 25 tiri in porta ed è stata travolto sul piano del gioco e del ritmo; anche nelle altre partite della nuova gestione tecnica, la squadra non ha mai convinto pienamente sul piano del gioco, ha strappato vittorie in extremis con gol negli ultimi minuti, ha subito l'eliminazione dalla Coppa Italia da parte dell'Udinese e non ha ancora dimostrato di aver fatto il salto di qualità che ci si attendeva con il cambio di allenatore. Soprattutto stupisce la mancanza di motivazione e determinazione da parte di tanti giocatori, il gioco lento, poco produttivo e scontato e la fatica ad andare in gol nonostante la presenza in campo di quattro giocatori offensivi, mentre i costanti problemi difensivi ormai non fanno più notizia, anche se sembrano addirittura peggiorati a causa di uno schieramento sbilanciato in avanti che assicura poca protezione alla difesa, soprattutto se, come spesso accade, trequartisti e punta non danno una mano in fase di copertura.

Questo quadro desolante dovrebbe avvalorare l'ipotesi che l'Atletico Madrid, squadra solida, compatta e micidiale nelle ripartenze, possa fare un sol boccone di questo Milan, ma nessuno come Seedorf sa bene come a volte quella "musichetta" trasformi i giocatori e dia grandi motivazioni, soprattutto a chi indossa la maglia rossonera. Clarence ha ricordato l'esempio del 2007 in cui un Milan in difficoltà in campionato (ma anche per colpa della penalizzazione di Calciopoli) riuscì a vincere la Champions League con alcune ottime prestazioni (a Monaco contro il Bayern e a San Siro contro il Manchester United le più memorabili). Evidentemente Seedorf confida nei corsi e ricorsi storici e, in effetti, anche in questa stagione il Milan si è spesso e volentieri trasformato in coppa, giocando meglio e con più intensità rispetto alle sfide di campionato. Anche l'ambiente sarà molto diverso rispetto alle partite di campionato in cui San Siro è sempre desolatamente mezzo vuoto; non ci sarà il tutto esaurito, ma sono previsti 65000 spettatori circa e il pubblico di San Siro, con la Curva Sud in prima fila, cercherà di trascinare la squadra con il suo tifo e creando la magica atmosfera delle notti europee. Non ci sarà la solita coreografia in curva, per le note vicende degli ultimi tempi che hanno creato problemi per l'autofinanziamento e per l'ingresso allo stadio del materiale da tifo (bandiere, striscioni e materiale per le corfeografie), ma sicuramente non mancherà l'appoggio alla squadra in una partita che non si può sbagliare e vale molto, visto che si tratta dell'ultimo obiettivo rimasto in una stagione pressochè fallimentare in altri ambiti. Come sempre squadra e tifosi cercheranno di lottare insieme per raggiungere il traguardo e superare il turno contro ogni pronostico; sarà dura, ma con l'orgoglio di chi indossa la maglia del club più titolato al mondo si può riuscire nell'impresa, a patto di entrare in campo con gli occhi della tigre e dare tutto, a differenza di quanto è successo nelle ultime partite. Inutile parlare di formazione possibile e probabile, perchè non conterà tanto chi scenderà in campo ma come si scenderà in campo: serve grinta, coraggio, feroce determinazione, quella che ci metteranno gli avversari e che non deve mancare fra i rossoneri; ci vorranno gli undici leoni tante volte invocati dalla Curva Sud e, magari, servirà di ispirazione osservare e applaudire i ragazzi della Primavera di Pippo Inzaghi che hanno appena vinto il Torneo di Viareggio e prima della partita sfileranno sul campo per mostrare il trofeo e ricevere l'applauso del pubblico di San Siro, prima di accomodarsi in tribuna a fare il tifo per i loro colleghi "più grandi"; anche in questa stagione c'è un Milan che vince, guidato da uno che sa come si fa a ottenere successi importanti e per una volta non ci sarebbe da vergognarsi se la prima squadra prendesse esempio dai giovani; anche Seedorf appartiene alla categoria di Pippo Inzaghi, avendo militato nello stesso Milan che ha vinto tutto, ma sta faticando a trasmettere i suoi valori a chi scende in campo, ma ora è giunto il momento di fare sul serio e provare a cambiare marcia. L'Europa chiama e il Milan deve rispondere presente, anche se sarà molto difficile; ora o mai più: risorgere per non affondare definitivamente!