A Parma uno scempio ingiustificabile. E' questo il Milan che vuole Ibra? Mercato: andrebbe bene anche Abraham piuttosto che il nulla
Cambiare tutto per non cambiare niente. È questo il messaggio, choccante e preoccupante, che emerge dalla sconfitta del Milan contro il Parma, con una situazione che, paradossalmente, ha superato i limiti dell’imbarazzo. Questo Milan è fermo, inchiodato, a cinque mesi fa. Mentalmente è una squadra che non ha reagito, nel momento in cui contava, al cambio di allenatore e non dà la minima sensazione di volersi applicare nella fase di non possesso. Tremende le parole di Yunus Musah nel post partita, quando ha ammesso di non sapere cosa fare nella fase di non possesso, fotografando in maniera inconfutabile lo stato confusionario in cui vive la squadra. Non è cambiato nulla, nell’approccio alle partite, gli errori sono sempre gli stessi e si aggravano di volta in volta. Anche a Parma, il primo gol, è figlio delle solite chiamate: Tomori che esce a cannone sulla prima punta che si abbassa sotto la linea dei 30 metri per creare lo spazio, due contro uno sulla banda di destra, dove Calabria va in difficoltà, e linea difensiva che non si ricompatta se non quando il pallone è già nella zona bollente. E qui, l’ultimo capolavoro, la lettura balneare di Theo Hernandez che sia sul gol di Man sia su quello di Cancellieri, è in ritardo. Altro che 5.5 in pagella. Rivedendo ieri per bene le immagini dei gol, si denota un atteggiamento passivo-negativo del terzino francese che sarà pur imballato, ma ha un motore che dovrebbe essere superiore al 90% degli avversari.
La colpa è grande ed è di tutti, da Casa Milan predicano calma, ma la calma non era un fattore che avrebbe dovuto caratterizzare questa estate. Anzi. Sarebbe servita una grinta vera, non quella cinematografico-attoriale di Ibrahimovic che dovrebbe intervenire seriamente su giocatori e allenatore al posto di fare trekking con Ambrosini o andare a fare lo show-man alla CBS nel pre gara. Quello che faceva da giocatore, dentro lo spogliatoio, lo deve fare ora da dirigente, perché il suo primo Milan da uomo RedBird sta facendo acqua da tutte le parti. Fonseca è apparso allo sbaraglio davanti alle telecamere, ammettendo di non capire il perché in settimana si facciano delle cose e poi quando ci sono i punti in palio, quelle cose non vengano applicate. È un problema se l’allenatore, alla seconda giornata, ti viene a dire una cosa simile e il macro problema sta anche nella testa dei giocatori.
Perché è facile puntare il dito contro allenatore e dirigenza (arrivo anche li, tranquilli), ma sono quelli che indossano la maglia del Milan che devono cambiare registro mentale. Questa squadra, a parte alcuni elementi, dà la sensazione di essere totalmente apatica e allergica alla fase di non possesso. Le transizioni negative sono pigre, i reparti sono scollati, gli errori individuali e collettivi sono impressionanti e preoccupanti. Se si continua così, altro che parlare di scudetto, sarà già buono se si riuscirà ad arrivare in Champions League e il senso di negatività che pervade l’ambiente è molto simile a quello dell’estate 2019, con Giampaolo in panchina. Ma sono i giocatori che devono darsi una svegliata, cambiare atteggiamento e pensare alle cose serie e non a zittire chi ha pagato il biglietto per venirti a vedere (vero Leao?).
Dirigenza e mercato, eccoci qua. La faccia di Ibrahimovic al 20’ del primo tempo di Parma-Milan vale più di mille parole. Così come quella di Alvaro Morata seduto una fila sotto alla sua. Il tempo ci dirà se avranno avuto ragione loro, ovvero in dirigenza, a voler prendere un profilo in linea con quello di Pioli (ovvero Fonseca) o se, invece, i legittimi dubbi che si avevano anche nei giorni di Lopetegui saranno confermati dai fatti, ovvero che per fare il salto di qualità e pensare di vincere, sarebbe servito un allenatore di fascia superiore. E se Morata sta fermo, per quanto io non rinneghi il mio pensiero su Okafor, non si può avere solo Jovic in panchina e, a questo punto, anche Abraham andrebbe bene solo solo per avere una punta diversa. È solo il 26 di agosto e quello che si è visto è davvero troppo brutto, ma è vero. Ma è questo il Milan che vuole Ibrahimovic e, di conseguenza, Cardinale?
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