C’è in ballo la storia: ecco l'esorcista del derby. La grancassa batte per l’Inter. Chi non si fida di Kjaer? Donnarumma e i fischi: ha ragione Spalletti
State sereni e godetevi la vigilia del primo derby della storia con Milan e Inter in testa da sole. L’intelligente, mirato calendario controllato dalle tecnologie e diretto dagli scienziati ai vertici del calcio italiano, ce lo ha ficcato subito dopo la prima sosta del campionato e alla vigilia del debutto in Champions.
Come sempre tra fato, destino e altre componenti, il dazio più alto lo pagano i rossoneri per acciacchi e fusi orari, ma non è un grande tema questo. Semmai, la Nazionale azzurra ha sollevato quello più serio degli italiani (27%) che giocano nei club di serie A rispetto agli stranieri (63%). L’Inter ha fatto mambassa di talenti nostrani negli ultimi anni: Bastoni, Barella, Frattesi, DiMarco, per una spesa totale di un centinaio di milioni (grazie al fatto che l’ultimo arriva dalle giovanili). Il Milan ha perso Tonali e Donnarumma, ha il capitano Calabria che in Nazionale non chiamano nemmeno per portare le borse, ha deciso di battere altri mercati rispetto al nostro. Meglio prendere Loftus e Pulisic per 40 milioni totali, Theo a 20, Leao a 5 eccetera piuttosto che - per esempio - Baldanzi a 30 più bonus. Il risultato è che entrambe, dopo anni di oblio nel limbo, sono tornate forti e competitive. Continuare ad arrovellarsi sui temi di mercato mi sembra noioso e fuorviante. Sono strategie, filosofie, bilanci diversi. Punto.
Il fatto fondamentale resta la striscia dei derby del 2023 da interrompere, il più presto e “brutalmente” possibile. Non serve un rito propiziatorio, ma un esorcista comunque: è Stefano Pioli. Il canovaccio contro l’Inter quest’anno è stato ripetitivo e disarmante: rossoneri sterili davanti e fragili dietro, sovrastati in mezzo. Ogni pallone, ogni dettaglio, ogni virgola della prossima partita va studiata, curata, applicata con abnegazione. L’Inter è forte, solida, completa, ma le squadre perfette e invulnerabili non esistono.
Il Milan è fisicamente all’altezza e tecnicamente elevato: senza smania di strafare, cancellare, ripartire, la partita va affrontata, interpretata, giocata con intelligente pazienza. Pioli ha le chiavi, chi va in campo dovrà girarle nella serratura. I pronostici - ancora una volta - sono unanimi e a senso unico: buttiamoci dentro tutto l’orgoglio del mondo, per sovvertirli.
Sento milanisti tremare per le assenze di Tomori e Kalulu. Improvvisamente Kjaer, capitano e colonna della Danimarca, sembra essere diventato il ventre molle della difesa. Nessuna stima, nessuna fiducia. Gli regalo umilmente la mia in nome della sua serietà, della sua professionalità, del suo mestiere. E, naturalmente, del suo valore. Giocherà una grande gara, guiderà il reparto dando sicurezza alla squadra. È l’unico pronostico che (volentieri) mi concedo. Del resto, succede a chi ci crede e se qualcuno non ci crede, stia a casa.
Donnarumma tornerà a San Siro col PSG e in futuro con la Nazionale. Sarà sempre fischiato da chi si è sentito tradito, moralisti e ficcanaso si occupino d’altro: i calciatori oltretutto sono una delle ultime categorie a poter impartire lezioni di etica, a cominciare da Frattesi. La gente paga e civilmente ha il diritto di esprimersi con applausi o con fischi, Nazionale o non Nazionale: si fischia anche a teatro, ai concerti e qualche volta persino al cinema. Senza che nessuno faccia poi predicozzi di sorta.
Ha ragione Spalletti: i fischi si prendono e si sta zitti. Cercando di capire la lezione, aggiungo.
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