Ibra, due retroscena da cronista. Il messaggio della Sud alla società: avviso chiaro sul mercato
Non è stato facile cercare di far capire quello che stava succedendo attorno a Zlatan Ibrahimovic e a quello che si è verificato ieri. Il suo addio al calcio è stato un insieme di elementi, piccoli e grandi, che hanno portato Dio a scegliere di dire basta. Perché i dolori sono stati tanti, le difficoltà nel recuperare dagli ultimi infortuni sono state tante. Qualche giorno fa, un messaggio su whatsapp mi dava conferma di tante cose, ma allo stesso tempo mi genava il sangue, perché era evidente che Ibra avrebbe lasciato almeno il Milan senza scendere in campo, come Marco van Basten nell’estate 1995.
E pensare che Ibra, se solo il Milan non fosse stato costretto a venderlo nel 2012, non avrebbe mai indossato le maglie di Psg, Manchester United e LA Galaxy. Sarebbe rimasto per sempre in rossonero. Ricordo nitidamente la sera in cui Adriano Galliani ci fece capire che Ibra doveva essere ceduto. Ponte 16, Yacht Club della MSC Splendida. Prima serata di navigazione da Genova a Barcellona. Il boss, con sguardo triste ma consapevole, ci dice che sta vendendo Thiago Silva al PSG per motivi di bilancio e che la sua presenza al Roland Garros accanto a Leonardo era tutt’altro che casuale. Ma ci aggiunge: “Devono prenderci anche Ibra per mettere a posto le cose”. Ci dileguiamo tutti nelle nostre cabine a ribattere pezzi e fare lanci. Ibra provò a non andare al PSG, con una serie di richieste assurde per far saltare la trattativa, ma Nasser Al-Khelaifi accettò tutto e Zlatan dovette andare.
25 dicembre 2019, è pomeriggio. Si illumina il telefono e penso che sarà il solito messaggio inoltrato di auguri. Invece no. Il mittente è uno di quelli di spessore e il testo era: “Lo riportiamo a casa”. Uno dei Natali più belli degli ultimi 15 anni. Queste sono alcuni dei miei ricordi legati a Ibrahimovic al Milan come quando nell’estate 2010 trattammo per primi il suo nome, in mezzo alla diffidenza di molti colleghi più blasonati. E invece avevamo avuto ragione noi.
Il messaggio della Curva Sud sul mercato è un segnale importante, un monito alla proprietà e al suo modo di vedere la fase dei sogni estivi, ovvero il calciomercato. È vero che il Milan si deve autosostenere e deve proseguire nella sua crescita economica, ma adesso le necessità tecniche della rosa- che sarà oggetto di una riunione nelle prossime ore tra tutti i componenti del club - sono talmente ampie che serve aumentare la capacità di inverdimenti sul mercato. Bisogna fare il salto di qualità, nei soldi a disposizione e nelle scelte dei giocatori, con Maldini e Massara che sono ben consapevoli del fatto che dovranno lavorare intensamente per mettere a posto la squadra e alzarne il tasso tecnico. E quando la Sud arriva ad esporsi così, il messaggio deve arrivare forte e chiaro, perché la Curva - con quello striscione - ha esposto il pensiero di tutta la tifoseria milanista.
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