Il fesso diventò genio (e viceversa). Esultare è lecito, con rispetto, in un derby di passaggio. I fili elettrici Abraham, Pulisic, Morata. Mondiale per club e San Siro: le fake virali. Cristina queen metal rossonera

Il fesso diventò genio (e viceversa). Esultare è lecito, con rispetto, in un derby di passaggio. I fili elettrici Abraham, Pulisic, Morata. Mondiale per club e San Siro: le fake virali. Cristina queen metal rossoneraMilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

E' così a tutte le latitudini, quelle latine in modo più esasperato: oggi l'allenatore è un fesso, domani diventa un genio. Paulo Fonseca, per esempio. Oggi è un genio, domani un fesso: Simone Inzaghi, per esempio, dal City al derby, dallo scudetto perso alla finale Champions, dallo scudetto vinto a questa partenza a rilento. Ha detto bene il tecnico rossonero in conferenza stampa pre-Lecce: servirebbe equilibrio. Già, vaglielo a dire a Gerry Cardinale che ha detto (secondo me lo aveva già capito da tempo) chi siano i proprietari delle squadre di calcio, in Italia: i tifosi. Di sicuro sono azionisti per i soldi e la passione che ci mettono, proprietari semmai della storia, della tradizione gloriosa del club. Proprietari affettivi, che non è un concetto empirico, ma un valore viene protetto, difeso, ricordato, preteso. I tifosi non hanno equilibrio perché ci mettono anima, cuore, moneta e hanno il sangue che bolle, ma i giornalisti? I critici? Gli opinionisti? Loro sì, dovrebbero avere equilibrio e grande capacità di analisi. Eppure, per esempio, negli sport in cui il pubblico è più distaccato (quelli americani, a proposito), sono proprio i cronisti sportivi ad essere i più severi, tranchant, a volte persino volgari nei giudizi su allenatori e giocatori. Tempo al tempo, quindi: per distinguere tra genio e fesso non bastano i primi risultati di una stagione. A volte non bastano nemmeno quelli di una vita. 
Di sicuro Fonseca ha avuto coraggio. Si è fidato delle sue idee, della volontà della squadra di metterle in pratica con uno spirito nuovo, finalmente: sembravano tutti finalmente percorsi e scossi dai fili elettrici Abraham, Morata, Pulisic e così anche Emerson Royal, Tomori, Fofana si sono accesi. Se posso spendere una parola su Rafa e Theo, dico che contro l'Inter hanno provato a cercare e tenere posizioni in attesa di pochi, piccoli spazi per salire. Leao non è un combattente, Leao non tira punizioni e non batte rigori, non dribbla ma salta: Leao è un fenomenale strappatore che - come pochi al mondo - parte palla al piede e arriva sul fondo o in area. Se gli precludi questa chance fa fatica e invece di provare alternative, si deprime, si estranea.

Chissà che il processo di maturazione si completi con un allenatore protoghese, dopo che Stefano Pioli lo ha cresciuto come un figlio. 
I milanisti sono stati presi in giro per l'esultanza in campo e soprattutto sugli spalti dopo la vittoria nel derby: "Sembrate quelli del Torino" che però il derby non lo vincono dal 2015, l'ultimo in casa Juve addirittura nel 1995. Non era l'esultanza di chi vince dopo 30 o 10 anni, ma di chi interrompe una serie, di chi si libera non solo del peso Inter, ma di un 2024 deprimente dopo tante illusioni e nonostante un scondo posto. E' stata un'esultanza per la resurrezione di Lazzaro, non per la morte di Barabba. E' stata una nuova partenza, come hanno detto Gabbia, Maignan, Rejinders. Un passaggio, solo un festoso passaggio: dal Lecce in poi, bisogna continuare. Il modulo, anzi un modulo, uno qualsiasi, oltre che sulle caratteristiche degli interpreti si fonda sul loro spirito, sul loro modo di metterlo in atto. 
Incredibile come si inseguano e abbiano poi risalto le fake news che riguardano San Siro e il Mondiale per club, sempre più in bilico. La verità è che - momentaneamente persa la designazione per la sede della finale Champions - è stata rilanciata la rassegnazione (!) di Inter e Milan nel dover restare nell'antico stadio. Dicono che RedBird non abbia i mezzi per costruire a San Donato (quindi hanno speso 40 milioni per acquistare un'area dove al massimo possono farci un condominio?), figuriamoci Oaktree. Peccato che la revoca della designazione da parte dell'Uefa, sia arrivata proprio perché il sindaco di Milano non è stato in grado di garantire che nel 2027 non vi saranno lavori in corso. Per quanto riguarda il Mondiale, dal Real Madrid in giù nessuno ha voglia di giocarlo e tutti si lamentano dei calendari ormai asfissianti. Il passo indietro sarà fatto, visto che sponsor e diritti tv latitano tristemente.
In questi giorni sulle piattaforme online è iniziata la prevendita del libro "Il diavolo mi ha venduto l'anima" (Sperling&Kupfer), in cui Cristina Scabbia racconta la sua vita di cantante (storia di una metal queen tra cielo e inferno) con una passione sfrenata per il Milan. Una sorta di biografia con taglio motivazionale: non un mero racconto dei fatti della sua vita, ma anche un piccolo manuale di sopravvivenza e di impegno sulla propria autostima nell'arte e nella quotidianità. Torneremo a parlare di lei: bella e brava cantante e scrittrice con la cover del telefono rossonera, non ce la faremo scappare.