Il mondo Milan spaccato a metà il vero nemico di questo tempo Attenti a Rebic e al Lecce
Che te ne fai di un derby vinto dopo 6 sconfitte di fila se non riuscirai a dare continuità a quella serata piena di calcio, di corsa, di tecnica e di occasioni da gol mancate in modo clamoroso? Intanto la serata del derby è servita anche a smascherare più di un finto tifoso che probabilmente sperava nell’affondamento completo del Milan così da poter urlare al calcio italiano che “Fonseca non era allenatore da Milan” e che in particolare “tutte le colpe erano di Ibra oltre che della proprietà” e che bisogna richiamare subito “Boban e/o Maldini”. Sono frasi e giudizi soltanto rinviati di qualche settimana nella peggiore delle ipotesi, colpi ancora in canna insomma perché purtroppo questo è la spaccatura traumatica che si è creata nel mondo Milan, diviso ormai a metà (calcolo ottimista) tra una tifoseria genuina che gode di un successo e soffre di una sconfitta e l’altra che ha solo lo scopo di dimostrare la fondatezza delle proprie teorie e dei propri giudizi catastrofisti. Considero questo il “virus” che mina dall’interno il mondo Milan perché si sono create ormai due fazioni, mai accaduto nemmeno ai tempi di Farina e del fallimento evitato solo grazie al tempestivo intervento di Silvio Berlusconi. E la negatività che si respira è il vero problema del Milan americano. A Cardinale, peraltro, raccomando di tener fede all’ultima promessa. Ogni volta che parla del suo rapporto con la tifoseria e con i risultati è come se scavasse una buca profonda sotto i piedi.
Per tornare al calcio vero e proprio si può anche dire che forse la scelta di puntare su Abraham, sia pure in prestito, da aggiungere a Jovic, è stata una buona idea mentre i fatti stanno dimostrando invece che quella di cedere Kalulu alla Juve è stato un errore dovuto all’inesperienza del management che ha gestito il mercato. Non si cede un calciatore a un potenziale rivale risolvendogli un problema: è una regola antica come il calcio. All’appello, dopo aver visto funzionare un sistema di gioco che sulla carta personalmente consideravo folle, manca soltanto il miglior Leao. Non è ancora al 100%, non è ancora salito al livello vertiginoso toccato nella stagione dello scudetto e deve ancora diventare concreto e incisivo sotto porta. Se non avrà altre distrazioni, potrà migliorare nelle prossime sfide e trovare quel gol che non considera una ossessione, ed è questo forse il suo limite e in certi momenti anche la sua fortuna.
Tra Lecce e Leverkusen considero più complicata la prima sfida rispetto alla seconda per una serie di motivi più di testa che calcistici. Il Lecce, attenzione, non è quello che si è fatto battere in casa dal Sassuolo (serie B) perdendo così la qualificazione al turno successivo di coppa Italia proprio contro il Milan. No: è la squadra che ha messo in crisi il Toro e che per un niente ha pareggiato la partita col Parma dopo averlo messo sotto in inferiorità numerica. La squadra di Luca Gotti gioca un calcio sapiente ed elegante, un bel 4-3-3-, e avrà tra i suoi quel Rebic che ha qualche in sospeso da regolare con i rossoneri.
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