Tanta voglia che Verona arrivi presto. Il Milan, oggi più che mai, come l’araba fenice anche se le firme non sono così imminenti. Renato Sanches sembra più vicino
Meno tre. Meno sette. Tre sono le partite che mancano alla fine. Sette i punti per l’aritmetica conquista dello Scudetto. Sono gli unici "meno" del Milan, in questa ultima fase della stagione. Contro una delle migliori squadre viste a San Siro, una Fiorentina dal buon possesso palla, dalla spiccata organizzazione, dal palleggio asfissiante, i ragazzi infatti hanno conquistato i tre punti, mostrando un’impressionante solidità e un’inaspettata maturità per questo gruppo giovane.
Quello che mi ha confortato è stata proprio la prestazione, sempre autorevole, sempre improntata alla grande fiducia nei propri mezzi. Adesso non si tratta che sperare che passino presto questi giorni, logoranti, emozionanti, infiniti, quelli che separano squadra e tifosi dalla partita di Verona. Molti si arrovellano per capire quale sarà l’atteggiamento dei gialloblù. Qualcuno spera che non abbia molti stimoli. Altri ricordano che una speranza di andare in Europa i veneti potrebbero ancora coltivarla. Altri temono la pressione, la tensione di quarantotto ore pesanti a un punto dall’Inter in caso di vittoria nerazzurra sull’Empoli. Come se non si conoscessero ancora le caratteristiche di questo magnifico gruppo, allenato, gestito, modellato da Stefano Pioli. Gruppo che si è abituato, in questi due anni, a superare ogni sorta di ostacoli, fisici e mentali.
Chissà perché poi quando si giudica la stagione del Milan, pochi ricordano o non vogliano ricordare che l’allenatore rossonero non abbia potuto contare, per troppe settimane, sul leader della difesa Simon Kjaer. Ha perso per due mesi Alessio Romagnoli, un altro titolare del reparto. Nessuno mai ne parla per due motivi. Il primo perché, nel 2022, la difesa continua a essere la seconda meno battuta d’Europa solo dietro al Liverpool. Il secondo perché Pioli non ha esitato a lanciare un giovane come Kalulu, dalle freddezza straordinaria, dalla personalità disarmante. Un prospetto di campione. Insomma, un Milan come una fenice del terzo millennio, sempre in grado di controllare il fuoco degli infortuni o degli errori arbitrali, sempre in grado di risorgere quando gli avversari pensano che sia andato in cenere. Il calendario non conta più. Non perdo energia a esercitarmi in calcoli. Sette, l’obiettivo è conquistare sette punti. Null’altro conta. Per arrivare a questo traguardo, il Milan sa poi di poter contare su un tifo appassionato, entusiasta, emozionante, che mai ha smesso di incitare i giocatori anche quando tutto sembrava finito. In svantaggio e distaccato di potenziali dieci punti, a metà del secondo tempo contro l’Inter. O sotto di un gol, dopo la rete di Immobile a pochi minuti dall’inizio della partita.
Intanto si continua a lavorare sull’asse Londra-Bahrain, per chiudere la trattativa tra Elliott e Investcorp. Che le firme vengano posticipate, per l’esame degli ultimi dettagli a livello legale, finanziario o economico non mi preoccupa molto. Anzi che non nasca, per squadra e dirigenti, alcun genere di distrazione in questo finale arroventato di campionato, forse è anche meglio. Poi dopo il 22 maggio, si chiuda se le parti troveranno l ‘accordo finale. Il Milan passerebbe da un fondo anglosassone ricco, serio e affidabile ad un altro, quello arabo, con 40 anni di storia.
Il punto sul mercato, oggi e domani in mano a Paolo Maldini e Ricky Massara, vede un avvicinamento significativo alla possibilità di acquisire quel magnifico campione, quel devastante centrocampista che si chiama Renato Sanches. Sembra che le sue richieste, per quanto riguarda l’ingaggio, siano scese ai parametri voluti dal club milanista. Il cartellino si aggirerebbe in un range dai 13 ai 18 milioni di euro. Chiudiamo subito la parentesi. Speriamo che il dio del tempo, Kronos, muova in fretta le sue lancette. La mia sciarpa rossonera è già pronta per la partita di Verona. Ha già tanta voglia di alzarsi verso il cielo in caso di gol dei ragazzi. Sono giorni bellissimi, emozionanti, che ricorderemo per sempre in caso di vittoria, grazie ai sorprendenti di Stefano Pioli. A questo splendido gruppo di giocatori che si sono sempre sacrificati per la maglia che indossano. Quella rossonera.
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