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Di Stefano: "Bisogna ritrovare serenità attorno al Milan. Fonseca prolungamento dell'era Pioli, Zirkzee mi ha incantato"

ESCLUSIVA MN - Di Stefano: "Bisogna ritrovare serenità attorno al Milan. Fonseca prolungamento dell'era Pioli, Zirkzee mi ha incantato"MilanNews.it
giovedì 6 giugno 2024, 16:00ESCLUSIVE MN
di Claudio Pogliaghi

Direttamente dal ritiro della Nazionale, Peppe Di Stefano è intervenuto nella live su Twitch di MilanNews parlando del suo libro in uscita, scritto a quattro mani con Carlo Pellegatti, "C'è solo un Presidente", che narra aneddoti sulla vita di Silvio Berlusconi, raccogliendo più di 120 testimonianze. L'ospitata è stata un'occasione per scambiare in esclusiva qualche parere sull'attualità rossonera, con incursione anche di Carlo Pellegatti.

Oggi al tifoso serve qualcuno che sappia "vendere" il concetto del Milan di RedBird, un po' come Berlusconi, un dirigente forte. 

"Il Milan è un club molto romantico, sono romantici i tifosi e vorrebbero che non passasse più il tempo. I club che comunicano con i loro presidenti ormai sono pochissimi. I fondi ragionano diversamente. Non c'entra la validità dei dirigenti, è il diktat generale. Io mi auguro che quella attuale sia una strategia, all'improvviso qualcosa accadrà, magari rispondendo con i fatti alle critiche della gente: con i fatti vuol dire con il terzino, con il centrocampista, con il difensore centrale e con l'attaccante, e che siano di prima fascia: le concorrenti si sono rinforzate tutte, il Milan deve alzare un po' il livello".

Secondo te cosa fanno prima sul mercato? Quale credi sia l'urgenza principale? 

"Urgenza effettiva è l'attaccante, se domani fai un'amichevole giochi con Jovic, che tecnicamente attende il rinnovo. L'attaccante è la cartina tornasole, ne bisogna prenderne che convinca la gente, anche se non sarà facile perché c'è un'aria strana, mentre 4/5 anni fa c'era eccitazione, euforia, anche se il Milan non vinceva. Bisogna ritrovare quella serenità attorno al Milan, quella convinzione, quello che era ed è il Milan".

Fonseca sarà l'allenatore del Milan?

"Penso che l'allenatore sarà Fonseca. Ieri il Lille l'ha salutato, stanno già lavorando su eventuali nomi. Perché il Milan non lo annuncia? Per ragioni fiscali bisognava arrivare alla prossima settimana, questo è quello che risulta. Se nei prossimi giorni la dirigenza ha cambiato idea? Non credo. Continuo a dare una notizia con forza, è perché me l'hanno data per certa. Ci fosse stato Berlusconi avrebbe preso Possanzini, o De Zerbi, o Fabio Pecchia... Loro hanno preso il prolungamento dell'epoca Pioli, molto simile per educazione, risultati, sistema tattico: non si aspettano un campionato da 10 ma neanche da 4. È un Pioli più evoluto, nel senso che quando è arrivato Pioli il Milan l'ha battagliato al Genoa e alla Samp, e Pioli è stato un grandissimo, ha fatto molto più di quello che doveva con la rosa del Milan, mentre Fonseca arriva che ha già vinto con lo Shakhtar, è stato alla Roma e ha fatto bene al Lille. L'idea è di prolungare questi risultati, mi hanno fatto capire di volere un allenatore "corporate", che lavora a braccetto con la dirigenza nel cercare talenti e soluzioni".

L'Inter viene vista un po' come la società modello: Lautaro deve rinnovare e rinnova. Serve riconquistare la fiducia dei tifosi? 

"Quelli dell'Inter sono dei bei segnali, di forza: in due settimane hanno risolto un problema di mesi. Dipende da cosa vuole fare la società: il bilancio è ok, ma se vuoi vincere come due anni fa ti può capitare ogni dieci o quindici anni, perché hai vinto in un campionato di "normali". Se c'è una squadra di alieni il Milan non tiene il ritmo. Alcune squadre, ad oggi, sono più strutturate del Milan.

Qual è il nome per l'attacco che può far cambiare un po' il vento? 

"A me quello che ha eccitato di più è Zirkzee, perché è un giocatore da San Siro, un giocatore bello, non da 40 gol all'anno ma di classe, che gioca con la suola. E poi nel Milan spesso devi far segnare le mezzali, e lui l'ha fatto benissimo a Bologna. La mia idea è questa. Se l'Inter non avesse Lautaro, se la Juve non avesse Vlahovic, prenderebbero lui. Il Milan non ha Giroud, deve prendere lui, perché è di livello altissimo, ha 22 anni, tra 4/5 anni giocherà al Barcellona o al Manchester City. Illumina le partite con giocate assurde, da trequartista".