Rileggi la conferenza di Rino Gattuso su Leonardo, Mirabelli, mercato e Bonucci
Queste le parole di Rino Gattuso in conferenza stampa per presentare l’International Champios Cup alla quale parteciperà il Milan:
Sul lavoro svolto fino ad ora: “La base più importante l’abbiamo messa in questi 12 giorni di lavoro a Milanello. Adesso ci alleneremo anche con le partite e cercheremo di toccare velocità più alte”.
Sul ricordo che lo lega al Manchester United: “Sembra che sono passati 50 anni, invece ne sono passati 7-8. Oggi vedo il calcio in una maniera diversa, da giocatore era tutto più semplice. Ma veramente mi sono passate dalla testa tante cose. Vi posso assicurare che fare l’allenatore è più difficile. Ma quando si giocano queste partite e ti confronti con queste squadre, per noi deve essere motivo di orgoglio e non dobbiamo fare figuracce”.
Su Ibrahimovic: “Ho grandi ricordi di Ibra. Fin dal primo giorno che è arrivato a Milanello mi sono trovato bene con lui. Poi ha una grande caratteristica: vuole vincere sempre, ha grande mentalità. E ci ha aiutato in quegli anni. Non è facile allenarsi con lui, perché cerca sempre qualcosa di più. Ci ha fatto fare il salto di qualità. Ad avercene di giocatori come Ibra, sia per la mentalità sia per lo spessore tecnico”.
Sugli obiettivi posti dalla nuova società: “Ho avuto un confronto con Leonardo, ma con la proprietà non ho avuto nessun confronto. Il gruppo di lavoro ha dei grandi meriti nella serenità dell’ambiente squadra. In questo gruppo ho trovato disponibilità e tranquillità. Io sono un dipendente del Milan così come i giocatori e cercare alibi non ci porta da nessuna parte. Se poi ci sarà qualche cambiamento e qualche linea nuova da portare avanti, si porterà per il bene del Milan. Si deve parlare attorno ad un tavolo, guardarsi negli occhi. Voglio ringraziare questo gruppo di lavoro”.
Su Mourinho: “Penso che Mourinho è da 20 anni al top. Ha vinto tanto, va sempre alla ricerca di tirar fuori il meglio dai suoi giocatori e non è un caso che vinca da tanti anni. Ha una grande mentalità e sa entrare nell’anima dei giocatori. Penso che stiamo parlando di uno dei più grandi allenatori del mondo”.
Su Bonucci: “Ho parlato con Leo e bisogna essere onesti e dire le cose come stanno. Leo ha avuto un confronto con me, ma non sono io il club e deve parlare con i dirigenti. Fino a quando farà parte del mio spogliatoio, voglio vedere il Bonucci che ho visto in questi ultimi 12 giorni: un Bonucci professionista, è il primo a tirare il gruppo e si sta comportando da grande capitano. Poi spetterà a Leo e alla società decidere, ma spero fino all’ultimo che Bonucci possa rimanere qui. Perché è un giocatore di mentalità e di talento. Spero che rimanga con noi. Penso che quando un giocatore esprime un desiderio, l’allenatore deve fare di tutto per convincerlo a farlo rimanere e pensare ai pro e ai contro. Se il giocatore ha espresso un desiderio in maniera chiara, bisogna capire, sedersi e affrontare in maniera corretta il discorso”.
Sul mercato: “Penso che la società sappia i ruoli che mancano per rafforzare la squadra. Lo sanno, io l’ho ribadito, ma penso che la cosa più importante sia quella di prendere giocatori che possano dare una mano alla squadra e che la possano migliorare. La società farà le sue scelte, economicamente è molto forte. Si sanno le cose che si devono fare. Vanno presi giocatori funzionali al modo in cui giochi. Non facciamo nulla se non prendi giocatori utili al tuo stile di gioco. Poi è normale che questo, a volte, può decadere su qualche nome perché la società preferisce prendere giocatori di 24-25 anni al posto di uno da 30-31 anni perché parliamo di una proprietà diversa dalle altre e se deve fare un investimento importante, preferisce prendere un ragazzo che prende valore. L’importante è che sia funzionale a quello che si vuole fare”.
Sulla permanenza di Mirabelli: “Vorrei tante cose nella vita, ma ci sono cose che non si possono ottenere. Io se sono al Milan è perché Massimiliano lo ha voluto fortemente. Mi ha dato la possibilità di allenare la prima squadra e se sono diventato quello che sono, i meriti sono di Mirabelli e di Fassone che mi hanno dato la chance. Io sono un professionista e voglio fare questo mestiere. C’è grande rammarico, c’è grande amarezza però bisogna guardare avanti e può succedere anche a me che se sbaglio due partite, parte la contestazione. Mi dispiace molto, ma bisogna guardare avanti e affrontare questo lavoro, che sarà molto difficile, con grande serietà e professionalità”.
Se si esporrebbe per chiedere la conferma di Mirabelli: “Im questo momento non penso che sia corretto nei confronti di un direttore che lavora da tanti anni come Massimiliano e penso che ora devo pensare a fare il mio. Sto lavorando con persone nuove, con le quali ci siamo appena conosciuti. Devo affrontare le difficoltà. L’obiettivo è quello di mettere la squadra nelle condizioni migliori. Non mi piace fasciarmi la testa prima di spaccarmela”.
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