Emerson Royal su Fonseca: "È uno a cui piace allenare, attaccare e pressare alto"
Intervenuto sui canali social della Lega Serie A, il terzino destro del Milan Emerson Royal si è raccontato, ripercorrendo il suo percorso dalle umili origini in Brasile ai grandi palcoscenici europei, dal significato del suo soprannome alle sue ispirazioni calcistiche fino all’emozione di giocare a San Siro.
Dalle strade di San Paolo a San Siro
"Il Milan è una squadra iconica per noi brasiliani. Ronaldinho, Kakà, Cafu, Pato, Robinho. Sono tutti grandi giocatori passati dal Milan. Credo che abbiano lasciato una grande eredità qui, il modo di giocare gioioso che trasmette felicità in campo".
La sua fascia in passato è stata di Cafu
"Cafu è un giocatore che mi ha ispirato tanto. Anche Dani Alves. Cafu era un giocatore molto aggressivo in attacco, ma anche attento in difesa. Entrambi i giocatori sono forti in tutte e due le fasi e sono delle grandi fonti di ispirazione per me".
Sulle sue caratteristiche
"Io penso di essere un giocatore versatile, posso stare più bloccato e difendere, ma anche spingere in fase offensiva. Non ho una vera preferenza tra le due cose. Dipende da cosa mi chiede di fare il mister. Se mi chiede di aiutare in costruzione da dietro lo faccio. Se mi chiede di spingere in attacco sono pronto. Sono sempre a disposizione del mister".
Su Antonio Conte, avuto in Inghilterra nei suoi anni al Tottenham
"Conte riusciva a trasmettere tutta la sua passione per il calcio. Mi ha aiutato tanto a migliorare la mia mentalità perché in allenamento ci metteva tanto alla prova. Esigeva sempre il massimo ed è stato molto importante per me perché mi ha dato tanto fiducia".
Su Fonseca
"Fonseca è un allenatore che vuole attaccare e pressare alto. Penso che il suo modo di giocare si allinei con le mie caratteristiche. È uno a cui piace molto allenare, spiegare e far crescere i giocatori. Parliamo spesso in allenamento della mia posizione, di quello che dovrà fare in partita".
San Siro oramai è diventato casa
"Quando ho visto San Siro pieno di tifosi per la prima volta mi sono venuti i brividi. Ai tempi ero al Tottenham ed eravamo venuti per la Champions. L'atmosfera era magica, e da quel momento ho capito che volevo viverla anche da giocatore del Milan. San Siro è uno stadio leggendario conosciuto in tutto il monod, non solo in Brasile. Giocare in casa con quest'atmosfera è un vero privilegio".
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