Indagine ultras, l'interista La Russa: "Non mi risulta ci sia uno stato di sottomissione da parte dell'Inter"
L'inchiesta della Procura di Milano sugli illeciti degli ultras di Inter e Milan ha fatto luce su un argomento che riguarda inevitabilmente anche il resto delle istituzioni: il governo inizia a pensare a nuove misure atte ad arginare il fenomeno, oltre a quello della violenza negli stadi. Calcio e Finanza riporta le dichiarazioni sull'argomento di Ignazio La Russa, presidente del Senato e tifosissimo dei nerazzurri, come ammesso da lui stesso in diverse occasioni.
Le sue dichiarazioni: "Io faccio il tifoso. La politica del calcio l’ho sempre voluta seguire il meno possibile. Sto leggendo da spettatore quello che succede. Io credo che il 95% dei ragazzi che vanno in curva hanno una passione senza la quale sarebbe meno bello andare allo stadio. Chi invece va allo stadio per fare affari o compiere reati non solo deve essere punito, ma deve esser totale il nostro impegno per bonificare. Hanno fatto bene quando hanno fatto togliere polizia e carabinieri dallo stadio e affidare il tutto agli steward perché all’interno dello stadio è servito, c’è stata meno tensione, ma è stato anche un segnale sbagliato, è stato giusto dal punto di vista pratico. Ma sbagliato come segnale perché ha quasi indicato che lo stadio fosse una sorta di extraterritorialità. Che allo stadio non valesse la regola che se uno compie un reato ci sono la polizia e i carabinieri che lo impediscono. Non credo che ci sia bisogno di rimettere dentro polizia e carabinieri, ma c’è bisogno di far capire che lo stadio non è una zona extraterritoriale. Se si parte da questo sono convinto che ce la facciamo".
"Ormai il danno è stato fatto ed è stato un danno più che altro di ordine culturale: “non c’è bisogno della polizia perché qui siamo in un altro mondo”. Ma in quale altra zona d’Italia si dice “qui della polizia non c’è bisogno?” Solo allo stadio. Quindi c’è quel 5% che si è convinto che allo stadio si possa fare tutto. E invece no, lo stadio è parte dell’Italia. E di questo i primi ad avvantaggiarsene sono i giovani di quel 95% che vogliono andare allo stadio a festeggiare e a gioire insieme per la propria squadra".
Il suo pensiero sulle intercettazioni che hanno portato alla luce contatti diretti ed indiretti tra ultras e tesserati dell'Inter: "Parlare di per sé è sempre un bene perché l’incomunicabilità solo Michelangelo Antonioni la poteva considerare un momento artistico, come è stato. Per cui parlare è bene. Soggiacere è sbagliato. Ma non mi risulta dalle dichiarazioni di ieri che ci sia uno stato di sottomissione. Quindi parlare è bene ma se tu non hai timore. L’esito del parlare deve essere chiaro".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati