Moncada: "Al Milan c'è molta pressione. Tutti parlano di calcio, a Monaco di macchine, di ristoranti, non tanto di calcio..."
Geoffrey Moncada, direttore tecnico del Milan, ha rilasciato una intervista a MilanTV.
Hai costruito tanto al Monaco, anche personalmente. Ad un certo punto arriva la chiamata del Milan. Cosa hai provato e quanto ti ha gratificato?
“È stata l’estate in cui Elliott ha preso il club. Mi hanno chiamato in agosto per fare il Capo Scout. Ho fatto tre meeting e siamo arrivati a dicembre. Da agosto a dicembre dovevo lavorare col Monaco e nel frattempo pensare al Milan… Ma per me la scelta era già fatta. Ho dovuto parlare con il Monaco e spiegarglielo, non era facile. Quando il Milan ti chiama… Anche qui però c’era tanto da fare, il progetto era molto interessante”.
Cosa cambia da Monaco al Milan?
“Il livello del lavoro era molto diverso, qua c’è molta più pressione. C’è una tifoseria molto più importante. In Italia c’è passione, sempre. Tutti parlano di calcio. A Monaco nessuno parla di calcio. Parliamo di altre cose: di macchine, di ristoranti, non tanto di calcio. Ho visto subito che bisognava fare le cose per bene, che bisognava lavorare, trovare giocatori giusti e creare un processo di lavoro: a Monaco magari era molto più facile, qua era importante creare un processo. Le differenze erano queste”.
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