Derby fuoco di paglia. Più che "paste de nata" forse non si arriva al pane dei morti. Il coraggio di rinnegare e cambiare

Derby fuoco di paglia. Più che "paste de nata" forse non si arriva al pane dei morti. Il coraggio di rinnegare e cambiareMilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

Il post Fiorentina-Milan ci presenta un quadro molto traumatico di quello che è il Milan attuale per quanto concerne il campo. L’effetto derby sembra essere svanito e in una settimana sono arrivate due sconfitte che hanno rimescolato tutto quello che sembrava essere andato a posto, seppur parzialmente, dopo il gol di Gabbia ai nerazzurri. Dalle parole di Fonseca a MilanTv nel post gara sulla questione rigoristi si evince una difficoltà oggettiva nell’imporsi perché se Christian Pulisic è il rigorista designato, come è possibile che sul dischetto di vada un Theo Hernandez evidentemente fuori fase e un Tammy Abraham che non ha beccato mezzo pallone in tutta la partita? È anche in questi frangenti che manca il manico, che manca la personalità dell’allenatore, che ieri sera è andato in bambola anche nei cambi, perché togliere Leao e Pulisic quando si deve andare a caccia del pareggio è quasi autolesionistico. 

È un Milan spaccato anche in campo, inteso come identità e continuità di prestazioni. Non c’è uniformità quando il livello si alza rispetto a Lecce e Venezia, il derby sembra esser stata una partita a sé stante, come se ci fosse stato un surplus di motivazioni per evitare la settima sconfitta consecutiva. Leverkusen e Firenze hanno detto che quella partita lì è, ad oggi, un unicum. La polvere da sotto il tappeto sta emergendo, la scelta estiva che tanti dubbi aveva lasciato in tutti si sta dimostrando non fruttifera e il Milan non può continuare a vivere in questo limbo di poca credibilità e di poca fiducia, a livello di ambiente, attorno a Fonseca e alle sue idee di calcio. Perché anche lui avrebbe dovuto metterci del suo, ma la squadra non recepisce ciò che vuole o che vorrebbe. In più se ci si mettono anche delle scelte discutibili come togliere Leao e Pulisic, allora la frittata è fatta. Furlani e Ibrahimovic devono avere il coraggio di prendere una decisione forte, come fecero Maldini e Boban quando esonerarono Giampaolo per prendere Pioli (ricordiamo sempre che la prima scelta era Spalletti, che però decise di rimanere agganciato al contratto che aveva con l’Inter). 

Anche Matteo Gabbia, nel post gara, ha analizzato in maniera molto onesta la sconfitta e ha, di fatto, certificato lo stato dei giocatori, che troppe volte hanno sbagliato l’approccio alla partita. Forse perché non credono in quello che gli viene proposto? Domanda che rimarrà inevasa, ma così non si potrà andare avanti. Su questo, purtroppo, siamo tutti concordi. Altro che "pastel de nata", qui non si sa nemmeno se si arriva al "pane dei morti".