Conceiçao è l'uomo giusto al momento giusto. E pensare che stava valutando una Nazionale...
L'uomo giusto al momento giusto: Sergio Conceiçao ha ridato entusiasmo a un ambiente che fino a otto giorni fa era ai minimi storici per risultati, morale e compattezza dello spogliatoio. Il condottiero che i tifosi invocavano già a giugno ma che è arrivato giusto in tempo per regalare al Milan il 50° trofeo. Nessuno nella storia del Milan ha impiegato meno.
La chiamata arrivata in tempo
L'esonero di Paulo Fonseca è stato discutibile per la tempistica e probabilmente arrivato tardivamente ma se non altro giusto in tempo per arrivare all'ex tecnico del Porto che, per sua stessa ammissione, stava per dire di sì a una nazionale dopo aver detto no ad alcune proposte arrivate da club dell'Arabia Saudita. Nel corso della conferenza stampa post finale ha dichiarato: "È vero, ho avuto proposte da club arabi, come anche di club brasiliani o di altre nazioni. Io, dopo quello che ho fatto al Porto, volevo una squadra europea per proseguire la mia carriera da allenatore. È venuta anche qualche nazionale a chiedermi di lavorare: stavo pensando di accettare, poi è arrivato il Milan e non ci ho pensato un attimo". Una situazione che per certi versi ricorda quella di Carlo Ancelotti, chiamato dal Milan giusto in tempo prima che firmasse per il Parma. Con il club che decide di accelerare per l'esonero di Terim dopo un ko a Torino. E il resto è storia.
Le parole di Leao
La reazione dei giocatori, immediata nelle partite contro Juventus e Inter non ha fatto altro che evidenziare come fosse necessario un altro tipo di allenatore. Le parole di Rafa Leao non lasciano dubbi: "Non lo conoscevo personalmente, in nazionale me ne hanno sempre parlato bene e mi hanno detto che ha una personalità forte. Quello che ha fatto in pochi giorni è incredibile. Ho bisogno di quello che mi sta dicendo, ho sentito un’energia la prima volta che l’ho visto… Tutti hanno capito cosa vuole fare, il cambiamento si vede dentro e fuori dal campo. In queste due partite non abbiamo mai mollato fino alla fine, alcune partite devi vincerle con la mentalità ed il mister ci ha portato quello”.
La gestione dello spogliatoio
Conceição è noto per i suoi standard elevati e chiunque non raggiunga i livelli richiesti di impegno avrà vita difficile. Leão e Theo Hernández, i principali antagonisti di Fonseca, sono già motivati dalle richieste. Chi lo ha seguito negli anni di Porto giura che il gruppo lo ha sempre seguito fedelmente e che molti giocatori hanno avuto una crescita esponenziale (basti vedere le plusvalenze fatte negli ultimi anni dal club) e ha rigenerato anche elementi stagionati, come i centrale difensivo Pepe che sotto la sua gestione è stato protagonista in campo fino a 41 anni.
Non mollare mai
Toccare le corde giuste, dare la motivazione necessaria per ribaltare situazioni complicate. Il Milan l'ha fatto due volte contro la Juventus e l'Inter. Non può essere un caso e basta infatti vedere lo storico di Conceiçao: solo lo scorso anno solo nelle prime 6 giornate di campionato la sua squadra ha trovato il gol della vittoria o del pareggio nei minuti di recupero per 4 volte, mentre in 2 ha ribaltato una situazione di svantaggio. Mentalità, quella che serviva a questo Milan.
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