CorSport - Leao brilla solo in Nazionale. Il Milan ha bisogno che il suo 10 torni a sorridere

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di Lorenzo De Angelis

Nel post partita di Scozia-Portogallo sono arrivate delle dichiarazioni da Rafael Leao che non sono di certo passate inosservate. Il 10 del Milan è come se avesse mandato una frecciata a Paulo Fonseca, anche se club ed allenatore sono convinti che non sia stato così. 

La questione però è essenzialmente un'altra scrive questa mattina Il Corriere dello Sport. Quella fatta da Leao («In nazionale - ha spiegato Leao ai media portoghesi - ora mi sento al massimo livello. Quando sono qui (in Portogallo, ndr) sento il sostegno di tutti. Anche l'allenatore ha molta fiducia in me e questo è fondamentale per il mio gioco») è un oggettiva constatazione del momento che sta vivendo nel suo Paese, dove da semplice comparsa sta addirittura diventando protagonista. 

Quello che sta vivendo in Nazionale Leao, però, cozza completamente con l’ambiente che ritrova al Milan. Se nel Portogallo gli viene chiesto di determinare con il suo gioco preferito, "in rossonero deve abituarsi alle tante critiche e ad un altro tipo di filosofia" scrive Il Corriere dello Sport. Possesso palla nella metà campo avversaria, pressing, fase difensiva, insomma, tutte caratteristiche che Leao non ha nel suo bagaglio personale, anche perché oggettivamente il numero 10 del Milan è un tipo di calciatore poco dedito al sacrificio.

Ovviamente non stiamo parlando di difetti, ma semplici peculiarità che perà vanno rimpiazzate da giocate in attacco di altissimo livello che in questo inizio di stagione sono un po' mancate. Che la gioia ritrovata in Portogallo possa duqnue essere ossigeno per il prossimo mese in rossonero, anche perché con il calendario che si ritrova dall'Udinese fino alla prossima sosta, il Milan ha bisogno che il suo 10 torni a sorridere