Brambati: "Walker uno strappo al progetto di cui parlava Cardinale"
Kyle Walker è il primo rinforzo del mercato di gennaio del Milan, ma potrebbe non finire qui tra trattative in entrata e giocatori che potrebbero lasciare, anche dopo pochi mesi. Ne abbiamo parlato con Massimo Brambati, ex calciatore e procuratore. In esclusiva per MilanNews.it
Massimo Brambati, il Milan sta intervenendo nuovamente sul mercato. Alcuni giocatori, come Emerson e Pavlovic, sembravano sacrificabili dopo pochi mesi. E nel frattempo è arrivato Kyle Walker. Sorpreso?
"Mi sorprendo di tante cose, a partire dalla classifica del Milan. E poi del mercato attuale che sta smentendo quello di pochi mesi fa. Non ci sono idee chiare e peraltro l'arrivo di Walker non segue un certo tipo di progetto di cui parlava inizialmente Cardinale. Perché ha quasi 35 anni, quindi non è in linea con la filosofia del Milan dopo l'allontanamento di Maldini. Anche la scelta di voler vendere subito Pavlovic, che era stato preso in estate è una contraddizione. Vorrei capire chi prende decisioni in questo Milan e quanto siano attendibili e competenti le figure che lo gestiscono".
Pavlovic intanto ha giocato col Girona, facendo bene
"Non mi sembra che abbia avuto tantissime opportunità finora. Certo, non sempre ha risposto presente ma nell'ultima partita di Champions ha fatto una buonissima gara. Se lo insegui a lungo, a fine luglio finalmente lo prendi devi almeno crederci, dargli tempo. Almeno fino a giugno".
Morata ancora una volta poco pericoloso in area e dopo metà stagione i primi bilanci non sono certamente positivi
"Da Morata mi aspettavo molto di più, pensavo quando è stato preso che sarebbe stato un plus per il Milan, ma non è così e va fatta una riflessione per l'attacco. Non so se il privato stia incidendo sul campo, può essere".
Gimenez può essere la soluzione?
"Sì, ma più che dal Milan dipende dal Feyenoord. Che peraltro è già certo di fare almeno i playoff di Champions, quindi è tutto da vedere".
Conceiçao intanto prova a sistemare la situazione. La scelta ricaduta su di lui smentisce quella estiva, considerando lo stile di gioco di Fonseca, ben diverso
"Prima di Fonseca stavano annunciando Lopetegui, quindi era chiara l'impronta che volevi dare. Se poi vai su Conceiçao allora non hai le idee molto chiare, perché è un tecnico completamente diverso che sposa un progetto diverso. Anche qui, poi: che progetto? Perché è un bel punto di domanda vista la durata del suo contratto".
Credi in un ribaltone dirigenziale a fine mercato o fine stagione?
"Non lo so, però questi lavoro fatto e buttato a mare mi lascia perplesso. È vero che il Milan ha vinto la Supercoppa, ma è un po' un trofeo di consolazione. I fatti dicono che il Milan è fuori dal giro scudetto già a gennaio, quando dovrebbe ambire ad altri traguardi. Arriverà tra le prime 8 di Champions ma non so quanto possa andare avanti, non mi sta piacendo".
Giovanni Sartori e Andrea Berta sono due nomi accostati ai rossoneri
"Persone che conosco bene. Sartori è un grande direttore, ha dimostrato di fare bene a 360° in realtà diverse e con pressioni diverse dal Milan. Una chance se la meriterebbe. Lo stesso Berta ha fatto bene all'Atletico ed è un dirigente che è partito dal basso, me lo ricordo a Carpenedolo. Certamente al Milan manca una figura riconoscibile a livello di competenza dirigenziale. E torno nuovamente su Maldini".
Prego
"Ricordo un episodio, feci una trattativa per un giocatore (Callejon) da portare al Milan. C'era Leonardo e Maldini, che stava imparando il mestiere, non disse una parola. Con molta umiltà osservava e cercava di imparare. Quando è stato ritenuto pronto ha portato a casa ottimi risultati e che fanno? Lo mandano via…".
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