MN - De Ketelaere-Atalanta, perché l’operazione è impostata in prestito con diritto
L’avventura al Milan di Charles De Ketelaere è vicina alla conclusione. Il trequartista belga, arrivato un anno fa con grandissime aspettative, ha deluso e non poco l’ambiente milanista, con una fase di down iniziata a novembre e mai più risollevata.
Tutto il Milan, compreso Stefano Pioli, ha fatto di tutto e di più per cercare di aiutare De Ketelaere a riprendersi e a uscire da una sorta di “depressione sportiva” che lo ha inghiottito, facendogli perdere posizioni nelle scelte dell’allenatore che ha dovuto badare anche ai risultati dopo il tremendo mese di gennaio. Pioli e l’ex dirigenza, anche per cercare di salvaguardare l’investimento, avevano avuto dei confronti su come rimettere in campo De Ketelaere, ma alla fine anche Maldini e Massara - primi estimatori del ragazzo e firmatari dell’acquisto più oneroso dello scorso mercato - si dovettero arrendere all’evidenza dei fatti.
Tornato dalle ferie il giorno prima della partenza per gli Stati Uniti, Charles ha ripreso ad allenarsi a Los Angeles con la squadra, ma negli spezzoni giocati contro Real Madrid e Juventus, le sue palpitazioni non sono mai salite. È rimasto con il medesimo atteggiamento di prima e questo fatto è stato evidente a tutti.
E veniamo alla trattativa con l’Atalanta e del perché si sta trattando con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto (3 + 23). Ad oggi, nessun club che si è approcciato davvero per CDK ha presentato al Milan un’offerta di acquisto a titolo definitivo o con un prestito oneroso con obbligo di riscatto. Nessuna. E questo è un segnale evidente di come anche fuori dal Milan si siano accorti dello status di De Ketelaere.
L’operazione in prestito oneroso con diritto è un rischio? Certo, ma è l’unica via percorribile. Trattenerlo, come si legge da alcuni tifosi sui social, sarebbe deleterio per il ragazzo, che non troverebbe comunque una titolarità neanche nel 4-2-3-1 visto che, nel caso, dietro la punta andrebbero ad agire o Pulisic o Reijnders. Il Milan ha messo in conto che qualora dovesse rilanciarsi, lo potrebbe perdere. Non ci sarà contro riscatto, possibili eventuali percentuali sulla futura rivendita da parte della Dea. Ma ora tutto passa dalla volontà di Charles la cui decisione non tarderà ad arrivare.
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