Ok le critiche a Fonseca, Ibra, Cardinale&co, ma spesso si perde il focus su quello che è il calcio: a determinare sono sempre i giocatori
Ibrahimovic, Fonseca, Cardinale, Moncada. Tutti (giustamente, chi più e chi meno) sul banco degli imputati, così come l’anno scorso ci è finito spesso e volentieri mister Stefano Pioli ed il suo staff. Quando il Milan va male, e nelle ultime annate ci sono stati spesso momenti poco positivi, tifosi ed addetti ai lavori trovano immediatamente i potenziali “colpevoli” di questa o quella situazione.
“Il proprietario è troppo prudente sugli investimenti sportivi”, “Ibrahimovic non è mai con la squadra”, “Il direttore tecnico non ha costruito una squadra equilibrata”, “L’allenatore non riesce a dare equilibrio”. Tutte argomentazioni e osservazioni vere (magari alcune un pelino esagerate o fuori focus), ma che non sfiorano quasi mai chi in realtà guida, sposta, e incide nel calcio: i giocatori che scendono in campo.
L’anno scorso era colpa degli infortuni e di alcune scelte tattiche troppo sfrontate, quest’anno è colpa dei dirigenti incapaci (o che si rifiutano?) di fare da balia (e che una squadra di tanti 25-26enni abbia, a detta di molti, bisogno del tutor fa riflettere) e di un allenatore che ancora non è riuscito a dare un’identità chiara alla squadra, che soffre ancora dei problemi difensivi della passata stagione.
Nulla di fuori dal mondo per carità, ma si continua così a dare alibi su alibi ad un gruppo che, post scudetto, ha perso fame, orgoglio e voglia di affermarsi sugli avversari. “Giocatore X è scontento perché dirigente Y non c’è più” e amenità simili rendono l’ambiente rossonero quello che effettivamente i tifosi criticano. Giocare nell’AC Milan e a San Siro dovrebbe dare già abbastanza stimoli e felicità a chi ha la fortuna di indossare la maglia, nonché l’obbligo di onorarla e ripagare il supporto incondizionato di migliaia di tifosi.
Si parla spesso di colpe e sbagli esterni, ma troppo poco di chi scende in campo: tra atteggiamenti, errori tecnici e tattici ci sono tanti calciatori che negli ultimi anni sono regrediti in vari aspetti del loro gioco. Sarà sicuramente vero che il problema difensivo può nascere dalle richieste e dalle idee degli allenatori, ma quando Fonseca (che comunque dovrebbe pensare seriamente ad un centrocampo a tre) parla di atteggiamento, spirito e voglia non va tanto lontano dal punto. Si scrive di un dentro o fuori per l’allenatore portoghese in base ai risultati delle prossime sfide, dopo il Venezia ci sono Liverpool ed Inter, ma così facendo si deresponsabilizza troppo un gruppo di calciatori sicuramente forti e talentuosi, ma che hanno fatto ancora poco o nulla per avere questo tipo di status che pensano di poter meritare, quando è evidente che non è così.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati