Okafor, la faccia triste del Milan agli Europei: zero minuti e un rapporto col ct che non decolla

Okafor, la faccia triste del Milan agli Europei: zero minuti e un rapporto col ct che non decollaMilanNews.it
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lunedì 24 giugno 2024, 14:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro

Nella Svizzera qualificata agli ottavi di finale di Euro 2024 e che ha spaventato i padroni di casa della Germania c'è fin qui un grande sconfitto: Noah Okafor. Zero minuti giocati per l'attaccante del Milan, spettatore non pagante delle performances dei compagni di squadra rossocrociati. Con risultati che danno ragione al commissario tecnico Murat Yakin.

Ma perché Okafor non ha mai avuto spazio? Le parole del commissario tecnico prima del torneo sono suonate come un monito: "Ogni cambiamento comporta anche dei grandi rischi, raramente è titolare con il suo club. Soprattutto per un attaccante, è importante giocare e il suo scarso minutaggio non è certamente ottimale". E ancora:  "Non lo vedo molto come un numero 9 che deve giocare spalle alla porta. Dà il suo meglio quando parte dall’esterno e si accentra, la sua velocità viene esaltata quando ha spazio davanti a sé. Al momento gli manca un po’ il timing nei movimenti, alcuni meccanismi vanno oliati". 

Eppure il rapporto Okafor-Yakin era nato sotto una buona stella: mise in crisi l'Italia nella sfida decisiva di Roma ed è stato lui a sbloccare la partita contro la Bulgaria che è valsa la qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 alle spese degli azzurri. Si pensava che i rossocrociati avessero trovato il centravanti del futuro ma così non è stato.

La realtà dei fatti è che nel 3-4-2-1 Yakin fatica a disegnargli un ruolo. Non sono contemplati esterni d'attacco e lui lo sarebbe, non è contemplata una seconda punta, ruolo che Yakin vedrebbe per Okafor. Potrebbe essere una soluzione per spaccare la partita a gara in corso, ma la Svizzera in questi Europei non si è mai trovata nella condizione di dover cambiare registro. E per la cronaca, tutti i giocatori che gli sono stati preferiti hanno fatto bene, da Ndoye a Vargas, da Duah a Embolo. Dettaglio non da sottovalutare, infine, l'atteggiamento fin qui mostrato. Da quel che filtra dal ritiro svizzero, Okafor non avrebbe mostrato un'attitudine tale in allenamento da far ricredere il commissario tecnico che già di default non stravede per lui. Perché l'ha convocato, allora? Fondamentalmente per avere più soluzioni in attacco. E perché le condizioni di Embolo e l'incognita Duah ha suggerito di giocarsi la carta del milanista.