Recepiti gli errori di Udine. Pioli pronto a resettare il Milan: ecco come
Che il 4-2-3-1 di Stefano Pioli sia il vestito migliore per questo Milan non vi sono dubbi. Sono i risultati e il rendimento dei giocatori a dircelo. La valanga di infortuni che ha colpito la squadra nel reparto offensivo, anche in un’ottica di gestione delle risorse, ha portato l’allenatore milanista a fare delle scelte che hanno snaturato il fulcro del suo modulo preferito. Lo si è visto a Udine e anche con il Liverpool in Champions League, dove l’aver spostato Rade Krunic sull’esterno ha mandato lievemente in tilt alcuni sincronismi offensivi che con uomini di ruolo, invece, sono tornati a girare.
GLI ESTERNI - Contrariamente a quanto si possa pensare sulla natura tecnico-tattica del sistema utilizzato dall’allenatore milanista, il ruolo dei laterali è assolutamente fondamentale per tanti aspetti all’interno del gioco. Il Milan ha impostato la sua interpretazione, spesso fluida, del 4-2-3-1, su giocate codificate sulle bande laterali con i terzini che spesso vanno in sovrapposizione all’esterno alto, specie se quest’ultimo viene a giocare dentro il campo, aprendo ulteriormente spazio agli uno contro uno dei compagni. Tutti i laterali alti in rosa hanno imparato questi concetti, sia che giochino sulla loro fascia preferita sia quando vengono spostati su quella opposta. Discorso diverso quando, per scelta, sono stati spostati i due trequartisti centrali sulla banda. Brahim Diaz nel derby e Krunic nelle ultime due uscite hanno mostrato le difficoltà interpretative e di ritmo nell’occupare quelle zolle di campo, cosa che Messias e Saelemaekers, ma anche Castillejo a Udine, sanno fare meglio. È difficile chiedere corsa e intensità sul lato a chi rende meglio, seppur con doti diverse, nel cono centrale. Poi si parla di giocatori intelligenti che cercano sempre di mettere il bene della squadra davanti a quello personale, ma è altrettanto vero che il rovescio della medaglia può essere un’interpretazione non sufficiente da adattati.
VERSO NAPOLI - Ecco perché tra domani e sabato, Pioli dovrà codificare nuovamente la sua trequarti in base al tipo di interpretazione che vorrà dare alla partita. Ma mettendo i giocatori nei loro ruoli prediletti. Dunque, Messias e Saelemaekers a mordere le linee laterali e uno tra Brahim Diaz e Krunic alle spalle di Ibrahimovic. Se la scelta dovesse cadere sul bosniaco, allora si cercherà di andare a rompere la prima impostazione del Napoli con maggior fisicità, mentre se dovesse esser scelto Brahim, allora si andrebbe a cercare una fase di possesso più concreta provando a tagliare la linea di mezzo tra difesa e palleggiatori. Udine ha dato una gran lezione: il modulo rende se i giocatori sono messi nelle loro posizioni. In altri casi, il rischio è come quello di sceglie tra testa o croce. Può andarti bene come no.
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