The Athletic - L'esonero di Fonseca può essere stato comunicato in modo inadeguato, ma era necessario. La situazione complicata del Milan

The Athletic - L'esonero di Fonseca può essere stato comunicato in modo inadeguato, ma era necessario. La situazione complicata del MilanMilanNews.it
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lunedì 30 dicembre 2024, 20:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio
fonte The Athletic

La notizia dell'esonero di Fonseca, e soprattutto le sue modalità, hanno fatto il giro del mondo. Ne parla ovviamente anche The Athletic, colonna sportiva del New York Times, con un approfondimento del corrispondente James Horncastle, che da tempo ormai segue le vicende rossonere. E quindi dal cambio allenaotore il discorso non può che diventare più ampio, andando a toccare scelte progettuali, il rendimento della squadra e l'ormai sempre presente contestazione che accompagna le partite del Milan nel corso dei 90 minuti, ma non solo.

Il racconto comincia da ieri, giornata di Milan-Roma: in serata sapevano ormai tutti, tranne Fonseca, che sarebbe stata la sua ultima panchina da allenatore rossonero. E a metà match è arrivato anche il nome del sostituto, Sergio Conceicao, insieme ai dettagli dell'accordo economico con il Milan. Finisce la partita, il Milan pareggia 1-1, San Siro subissa di fischi tutti, e ci si aspettava che Fonseca non andasse a parlare davanti alle telecamere. Invece l'ex Lille, con grande sorpresa di molti, si presenta sia a DAZN che in conferenza stampa dicendo di non aver parlato con nessuno della società. Dopo circa un'ora è sempre Fonseca a fermarsi a parlare con i giornalisti all'uscita di San Siro, ma questa volta per confermare l'esonero: "Sì, sono fuori dal Milan. Ho la coscienza a posto". Per Hornacastle, ma anche per la maggior parte degli addetti ai lavori, l'aspetto comunicativo della vicenda non è stato all'altezza della situazione.

Non si discute la necessità di cambiare, visto che il Milan è in ottava posizione a 14 punti dal primo posto e 8 punti dalle posizioni Champions League. Cinque delle sette vittorie sono arrivate contro squadre che si trovano nella parte bassa della classifica. Il Milan ha vinto contro il Monza ultimo, ha vinto senza convincere a Verona, ha buttato al vento due punti a Cagliari subendo tre gol e ha pareggiato 0-0 in casa contro il Genoa.
Horncastle racconta di come altre squadre hanno cambiato allenatore, hanno lasciato andare grandi giocatori sul mercato eppure stanno facendo meglio. Il Napoli ha mandato Victor Osimhen in prestito al Galatasaray, l'Atalanta ha ceduto Teun Koopmeiners, la Lazio ha salutato il suo miglior marcatore di tutti i tempi Ciro Immobile e Luis Alberto, la Juventus ha messo alla porta Federico Chiesa, la Fiorentina ha ceduto Nico Gonzalez e il Bologna non ha potuto trattenere Joshua Zirkzee e Riccardo Calafiori. Il Milan ha tenuto invece tutti i suoi giocatori migliori, Theo e Leao compresi, ma Fonseca ci si è subito scontrato come aveva fatto con Dzeko alla Roma.

Emblematica la scelta di panchinare Theo e Leao nel primo big match di stagione contro la Lazio, sfruttando poi la reazione della squadra al loro ingresso in campo. Solo per poi arrivare al caso "cooling-break", con il duo della fascia sinistra che si è riufiutato di avvicinarsi alla panchina con i compagni: un episodio che ha dell'incredibile, ed era solo fine agosto. Fast forward, e dopo la vittoria contro la Stella Rossa Fonseca ha criticato pesantemente l'impegno e l'atteggiamento dei suoi giocatori, promettendo di far giocare i ragazzi della squadra Futuro del Milan se il loro comportamento non fosse cambiato.

Fonseca a volte si è ritrovato da solo. Si era parlato molto dell'assenza di Zlatan per la partita con la Lazio, quando Leao ed Theo si sono "ammutinati". Fonseca è stato lasciato solo, ad esempio contro l'Atalanta, a lamentarsi degli errori arbitrali quando, in altri club, i dirigenti intervengono per chiedere più rispetto agli ufficiali di gara nelle interviste post-partita. Il silenzio di Ibra diventa ancora più rumoroso se si va a considerare il ruolo che aveva in estate nello spiegare e commentare le scelte tecniche e di mercato. Anche i vari scontri in TV, come quelli con Boban, hanno lasciato spazio ad un silenzio insolito per una figura come lo svedese che storicamente non ha mai avuto paura di dire la sua. Non c'è mai stata una difesa pubblica di Fonseca, se non quando Furlani ha definito il caso Theo-Leao "un non evento". In un campionato come la Serie A, scrive il collega di The Athletic, in cui si è abituati a sentir parlare presidenti, vicepresidenti, direttori sportivi, direttori tecnici e non solo è davvero troppo evidente l'assenza di una figura nel Milan che si prestasse al ruolo.

Anzi, i dirigenti del Club non hanno mai fatto nulla per dissuadere tifosi e media dall'idea che non parlino. La realtà dice che in Italia non bastano solo titoli e nomine per far capire la gerarchia di comando: c'è confusione tra i tifosi del Milan su chi sia la figura autoritaria all'interno del club. RedBird, a differenza di Elliott, non ha comprato una società a rischio di fallimento o con risultati deludenti. Il Milan acquistato da RedBird si era appena laureato campione d'Italia per la 19esima volta nella sua storia e le aspettative sono cambiate di conseguenza. Alle dichiarazioni ambiziose rilasciate da Cardinale sui giornali non hanno fatto seguito, per ora, i fatti. E con l'allontanamento di Paolo Maldini la società ha terminato il credito a disposizione con i tifosi: anche per il giornalista di The Athletica la sensazione è che ora, ogni decisione presa, a prescindere che sia giusta o sbagliata, venga accolta senza beneficio del dubbio dalla piazza, spazientita ed indispettita anche dalla vittoria del ventesimo scudetto dell'Inter nel derby di aprile. Un'insoddisfazione che parte da lontano e che ora è sfociata nella dura contestazione del tifo organizzato nel giorno del 125esimo anniversario del Club. Cori, fischi, striscioni che si sono protratti anche la sera successiva all'esterno del locale scelto dal Milan per la festa privata di Natale. Emblematico lo striscione che recitava “Giocatori senza voglia e dignità, siete lo specchio di questa società”.

Horncastle si chiede se, in questo momento ambientale estremamente complicato, una figura come quella di Conceicao possa essere quella giusta. L'allenatore, che ha avuto un passato all'Inter, al Porto ha mantenuto la squadra estremamente competitiva nonostante le continue cessioni di giocatori importanti. Il mercato e la Supercoppa Italiana possono essere importanti per cambiare, almeno parzialmente la rotta.

I tifosi continuano, giustamente, a sognare e ad essere ambiziosi, mentre i tempi attuali fanno sì che la parola più importante ed utilizzata sia "sostenibilità". Due mondi che si scontrano e che continueranno a farla, mentre sorge spontanea la domanda: il club è abbastanza ambizioso?