Un pezzo di storia aggiunge una candelina
Una vita a correre dietro al pallone, una strada che continua perché sei il prescelto. Massimo Ambrosini compie oggi 35 anni. Fabio Capello il suo primo allenatore rossonero, Massimiliano Allegri l'attuale, in mezzo un susseguirsi di tecnici e trofei, vittorie e compleanni. Sempre con il Milan nel cuore e con la fascia da capitano al braccio. Cresciuto nelle giovanili del Cesena, con la maggiore età raggiunge Milano per abbandonarla solo temporaneamente una stagione (1997/98 in prestito al Vicenza). Quella stagione regala al giovane biondo centrocampista 27 presenze in Serie A e 1 gol oltre che 6 gettoni in Coppa delle Coppe dove i biancorossi furono eliminati in semifinale dal Chelsea. La prima stagione dopo il rientro è quella magica del 1998/99, quella dello scudetto in rimonta sulla Lazio, quella di Zaccheroni, di Helveg, Sala, Giunti… Un matrimonio che continua sotto la migliore stella, il secondo scudetto personale è anche merito suo: negli occhi di tutti il mancino dal limite dell'area nell'importante e storica vittoria in casa contro la Sampdoria per 3-2.
La stagione successiva, dopo un buon inizio, Massimo è costretto ad uno stop forzato di 10 mesi causa l'infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Brutta tegola. Gli altri passano, come le stagione, lui, il numero 23 rossonero (in onore del suo beniamino Michael Jordan) resta come protagonista. Anche Ancelotti pone al centro del progetto Ambrosini, un progetto che ha portato a sollevare al termine della stagione 2002/03 la Champions, la Coppa Italia e lo scudetto 2003/04. Gattuso-Pirlo-Ambrosini, la cerniera più dura e morbida del calco moderno. Classe, quantità e qualità: un mix vincente, ingranaggi perfetti e cammino in discesa. Kakà davanti a loro poteva diventare Kakà. Sì, anche grazie ad Ambrosini e Gattuso. Nel 2007 a Monte Carlo alza al cielo, complice l'assenza di Maldini, la SuperCoppa UEFA. L'anno successivo, il 2008/09 entra nella storia personale del futuro capitano perché realizza addirittura 8 reti, mai come prima (record precedente era di 4 gol in campionato). La stagione successiva lascia il calcio Paolo Maldini e Massimo, dopo la coppia di capitani storici Baresi-Maldini, eredita quel pezzo di stoffa che profuma di storia, che ti erge a comandante della truppa più gloriosa d'Europa. Con quella C alza, per ultima, la Supercoppa italiana a Pechino sconfiggendo il 6 agosto i cugini nerazzurri. Alla fine… rinnovi e rimani il discepolo della dinastia del grande Milan, il vecchio da cui prendere esempio, il mezzo tra il passato e il futuro. Quel testimone che tieni in mano è il tuo protetto e i giovani, i nuovi, potranno sapere cos'è il Milan solo perché ci sei tu. Come spiegare la grandeur del rossonero, come guidare tutti verso il successo. Saper vincere è difficile, per poterlo fare bisogna averlo fatto. Alzati e indica la via, TANTI AUGURI CAPITANO OH NOSTRO CAPITANO.
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