Guai a noi. Ibra non toglie, Ibra aggiunge. La rigorista...

Guai a noi. Ibra non toglie, Ibra aggiunge. La rigorista...MilanNews.it
sabato 11 novembre 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Siamo arrivati a Milan-Udinese con le scorie degli infortuni di Napoli, della rimonta parziale subita al San Paolo e con le reazioni di campo che hanno originato all'esterno del Milan il ben noto coro delle prefiche di sventura, fra polveroni e caos, predicozzi e foschi scenari. Il Milan di Stefano Pioli che conosco io e che conosciamo tutti, se ci calmiamo e ci plachiamo, ha sempre saputo reagire a questo tipo di atmosfere. Eppure, contro l'Udinese, contaminati dal clima che arrivava da fuori o no, c'è stata una clamorosa eccezione alla regola. Siamo arrivati a Milan-Psg ancora peggio, nettamente peggio, con gli otto giorni all'allenatore, con la dirigenza declassata e con ricostruzioni fantasiose addirittura ai livelli della proprietà. Ma riecco invece in Champions il Milan di Stefano Pioli che conosciamo, che lascia parlare e che tira dritto. Adesso, guai a noi, a disperdere a Lecce il clima di serenità ritrovata grazie alla notte di San Siro. Non penso che accadrà, pur come sempre nel rispetto dell'avversario, ma guai a noi. Dobbiamo metterci bene in mente come è stato brutto tornare a casa dopo l'Udinese e di come è stato bello dopo il Psg. A Lecce, con lo spirito di martedì, i meccanismi tattici e la loro interpretazione, bisogna innaffiare il bellissimo germoglio, minuto dopo minuto, aiuto dopo aiuto al compagno, zolla su zolla. 

La sera del colloquio fra Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic, mi sono preoccupato. Non per i protagonisti, evidentemente. Ma per le ripercussioni: mi ha preoccupato vedere sui social che a far casino, involontario e non cattivo ma pur sempre casino, c'erano anche gli amici e le persone di buon senso. E allora ho abbassato l'audio, anche sul mio canale Youtube ho parlato minuti e minuti senza dir nulla, ben consapevole che nel casino totale qualsiasi cosa dici può solo aggiunge confusione a confusione. E allora nel mio piccolo, nel mio piccolissimo, ho cercato non di aggiungere fumi di scarico ma di sottrarli. La sottrazione come filosofia del momento. Anche se il tema di Ibra, qui, non può non essere affrontato. Perchè quello che sta a cuore ai tifosi è sacro. E non va strumentalizzato. E dal momento che Ibra è un tema vastissimo, ai tifosi va raccontato con spirito di servizio, non dando aria alla bocca. Avevo scritto qui che Ibra sarebbe stato tutto tranne che un tutor e dalle varie "previsioni" mi sembra ne abbiate tratto le prime conferme. Ma proprio perchè il tema è vasto, aggiungo che ogni ipotesi sul ruolo di Zlatan è un esercizio puramente teorico e che tutto sarà chiarito al momento dell’annuncio. Lo scrivo e lo sottolineo, perché vedo in giro troppi esercizi sterili. Per quello che sta nascendo e il cui annuncio non è imminente, non c’è la minima possibilità che Ibra tolga deleghe e o poteri a chicchessia nel Milan, restando fermissima la volontà di approcci collegiali. Sarà anzi, al riguardo, una risorsa in più. Una aggiunta, una addizione, in questo caso tutto il contrario di una sottrazione.

Vi ricordate la sosta nazionali di settembre? Erano stati dati due rigori al Milan contro il Torino e uno contro la Roma. E in questo Paese non si parlava d'altro, rigori, rigori, rigori, tutti indignati, tutti increduli. Due mesi dopo, i rigori al Milan sono rimasti tre e se ne sono semmai aggiunti due contro. Nel frattempo, quelli del Napoli sono diventati 6, quelli dell'Inter 5 più due in Champions, totale 7, il top. Ma sul tema dei rigori, in questo Paese, due mesi dopo, c'è il silenzio totale. Ecco allora come si fa: rigori al Milan, chiami il politico che dispensa battute e la capolista diventa la rigorista. Se invece i rigori sono per gli altri, zitti senza fiatare. Che se ad esempio, puta caso, su un altro tema, l'allenatore della Juventus fa una dichiarazione ovvia ed innocente, si becca la ramanzina via homepage. Sono lezioni ragazzi, da imparare e da incartare. La propaganda dall'alto, con il solito politico e con il solito showman tv, che alimentano titoli su titoli, alla quale si aggiunge in seconda e terza battuta la propaganda trasversale. Quella della manovalanza social, delle presenze mirate in tv e delle sottolineature sul web d'alto bordo. E' lì che si fa tendenza. Per la quale, ad esempio, l'allenatore della Juventus doveva, come deve fare ognuno di noi, due volte alla mattina e due volte alla sera per penitenza, dire che sono bravi e sostenibili, poi semmai, dopo gli opportuni controlli e verifiche di tutte le propagande riunite, si può fare la considerazione tecnica. Altri esempi? Li cito sorridendo, con disincanto ed ebbene sì con qualche forzatura. Se Leao mette l'emoji del pagliaccio a Cassano deve essere querelato, se la mette Materazzi a Noel Gallagher deve essere santificato. E ancora e finisco: se Noel Gallagher si azzarda a definirsi simpatizzante del Milan, ecco che Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day, risponde brandendo la maglia di Lautaro Martinez. Eppure i video sono abbastanza chiari, sui social si vedono abbastanza bene, sul palco del concerto, ne aveva due in mano di maglie Armstrong, quella del Milan e quella dell'Inter. Due, tutte e due. Ma su tutti i siti di ogni ordine e grado, di foto ce n'era solo una...