Io, comunque, ci sarò
Sto scrivendo intorno alle 17 di questo caotico mercoledì 13 giugno. A questo momento, sembra che in fondo al buio tunnel della sicura cessione di Thiago Silva si possa intravedere una flebile, ma entusiasmante luce della speranza che il campione brasiliano possa indossare, anche nella prossima stagione, la maglia numero 33. Apro una parentesi… dotta. Non è un caso che il fuoriclasse sudamericano abbia scelto questo numero che, fin dai tempi di Pitagora, sei secoli prima di Cristo, era già stato proclamato il più nobile dei numeri maestri, la cifra sacra, simbolo della verità divina, come ci ricorda Dan Brown nel suo libro “Il simbolo perduto”. “Quando è stato crocefisso Gesù, dopo aver compiuto 33 miracoli? Quando Giuseppe sposò Maria? Sempre a 33 anni. Il nome di Dio -continua lo scrittore americano- è menzionato 33 volte nella Genesi e per l’Islam tutti coloro che stanno in paradiso hanno sempre 33 anni!” Senza voler apparire blasfemi davanti a queste colte citazioni, magari sottovoce, diciamo che non poteva dunque che essere il 33 il numero di Thiago Silva, il numero del difensore più forte al mondo!
Mi sembra ormai di capire, vista la grafica mandata in onda da Milan Channel, con la scritta “Presidente, la preghiamo, lo tenga “che l’ultima parola, la decisione finale spetti solo, del resto come sempre, a Silvio Berlusconi. A lui, in un momento complicato per le sue Società, come per le società di tutto il mondo, scegliere di compiere un ulteriore sacrificio per il Caro, Vecchio Milan o anteporre esigenze di bilancio, comprensibili per qualcuno, da posporre al cuore per molti altri. Le sensazioni, in questi minuti, paiono essere un poco più positive che all’inizio della settimana o quando Adriano Galliani si è imbarcato per Parigi, ma non per mangiare un bel piatto di coquillage, ma per discutere con Leonardo quelli che sembravano gli ultimi dettagli di una clamorosa e terribile cessione.
Comunque, con Thiago Silva in squadra, speriamo, o senza il fuoriclasse brasiliano, Dio non voglia, io sarò lì, quando in una calda domenica di agosto, le maglie rossonere entreranno in campo. Come da sempre, come, da quando mio padre mi portava a San Siro, imbacuccato per il freddo o bagnato per la pioggia. Oggi ho un microfono un mano, ieri no e domani nemmeno, ma io sarò lì, perché mi batteva sempre forte il cuore, sia quando la campagna… rafforzamento aveva portato solo Aloise e Galluzzo, nella lontana estate del 1979, sia quando Savicevic e Boban non trovavano posto in panchina, per la ricchezza di una rosa aulentissima .
Magari, in questa stagione, sarà tutto più difficile, magari invece Silvio Berlusconi ci regalerà una bella sorpresa nelle prossime settimane, ma ho sempre considerato una festa la domenica passato in compagnia dei Ragazzi rossoneri, e non cambierò certo idea oggi. Io a questa festa non voglio rinunciare, mai!!!
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