Juve-Napoli è come Milan-Juve dello scorso campionato. Pirlo: da pallone d'oro a problema. Sneijder: un altro infortunio al Milan. Klose: un esempio per tutti
Nella scorsa stagione lo scrivevano anche gli ultrà bianconeri: Allegri, vogliamo proprio vedere come fai a perderlo. Il Milan è la squadra più forte, ha Ibra e Thiago, non può perdere questo Scudetto. Ma se lo perde…E giù gufate, giù pressione. Era stato il primo ingrediente del cocktail micidiale, al quale si sono aggiunti gli arbitraggi di Milan-Juve e Catania-Milan, gli infortuni, i tanti impegni e qualche incomprensione nello spogliatoio, peraltro inevitabile nella stagione in cui sono arrivati al dunque, per motivi esclusivamente anagrafici, tanti campioni che hanno dato tantissimo al Milan. Comunque sia, il Milan non poteva perderlo e la Juventus non aveva niente da perdere. La situazione psicologica e mediatica ideale per rimontare nel mese di Aprile 4 punti di vantaggio al Milan (sono stati 7 solo nel mondo delle favole). Questa non è una rosicata, è semplicemente uno scenario. Che collima perfettamente con quello di questa stagione. La Juventus è una delle squadre più forti del mondo: voci e microfoni cari ai bianconeri, dixit. Hanno fatto passare per un’impresa addirittura un pareggio (ottenuto giocando bene e con coraggio, ma pur sempre un pareggio) sul campo del Chelsea orfano di Drogba, più o meno lo stesso risultato strappato ai Blues dal QPR in Premier League. Ma in fondo ci sta, la Juventus è forte, convinta, completa, nel suo momento ideale, è la strafavorita per la conquista dello Scudetto. Può solo perderlo lei, la Vecchia Signora. E il Napoli è lì, tranquillo, quello che viene viene. Attenzione…
Andrea Pirlo: dove eravamo rimasti? Che il Milan aveva sbagliato a non tenerlo a Milanello. E’ la critica italiana che sventola e ondeggia come nessun’altra al mondo. Figlia di una cultura sportiva che è la nostra, discutibilissima, ma nostra. Per cui nessuno può puntare il dito. In ogni caso: Pirlo quando era al Milan veniva definito logoro, incline agli infortuni, chilometrato, uno che il meglio lo aveva già dato tutto o quasi. Va alla Juventus dove torna ad allenarsi con convinzione, torna a giocare una volta alla settimana senza Champions, si sente al centro del progetto, avverte quella voglia di rivincita di cui la sua carriera aveva bisogno ed ecco che viene strumentalizzato per tutta la stagione in funzione critica verso il Milan. Parte questa nuova stagione, Andrea non ingrana, appare un po’ sulle gambe e parte l’anatema: e’ tornato quello del Milan. Ma è possibile che sia sempre il Milan il problema? Intanto se davvero fosse tornato quello del Milan, bisognerebbe forse rivedere tutte le critiche fatte alla società rossonera per tutti i minuti, le ore e i giorni della scorsa stagione. Ma non è questo il punto. La verità è che questo non può essere il Paese in cui Pirlo è da Pallone d’oro a Luglio e un Problema a Settembre. E’ stato scoperto a 32 anni e rivalutato tardi, va bene, passi, ma almeno adesso un minimo di coerenza. O no?
Infortunio muscolare a Sneijder, fuori un mese. Alvarez e Mudingayi non ancora a pieno regime causa infortuni più o meno recenti. Handanovic rientrato in squadra dopo una operazione al menisco. In questo momento sono infortunati anche Chivu, Palacio, Stankovic, Mbaye e Mariga. Se al Milan ci fosse questa situazione, i grafici dei quotidiani dovrebbero fare gli straordinari: tabelle, tabellissime, diagrammi, diagrammoni. Proposta: visto che il Milan deve sempre esser preso in mezzo perché sennò non c’è appeal, non c’è sale, si potrebbe un confrontino fra gli infortuni del Milan della scorsa stagione e quelli dell’Inter in questa. Così, giusto per vedere l’effetto che fa. Non voglio fare la maestra, né insegnare il mestiere agli scherani dell’ironia, ma si potrebbe fare davvero.
Nota bene: alla prossima intervista a Gigi Buffon, chiedere cosa pensa del gesto di Miroslav Klose a Napoli. Credo e suppongo che la frase sia in agenda di tv e giornali, in bella vista. Ma se il tema è perfino banale e scontato, la risposta del Gigi nazionale invece è attesissima. Sia ben chiaro: nulla di personale contro Buffon che ho sognato per diversi mesi di vedere il Milan, che apprezzo per la simpatia e che adoro da portiere della Nazionale. Eppoi Gigi è figlio della nostra cultura sportiva. Non è Buffon il problema, è il virus della faziosità e dell’antisportività che tutti noi abbiamo dentro in dosi più o meno marcate. Però quell’immagine di Klose e dell’arbitro Banti al San Paolo non può passare inosservata e qualcosa deve insegnare. Anche a Buffon, anche se non a Buffon in quanto tale, ma all’Italia che parla di calcio ogni secondo. Dunque: se il gol di Klose fosse stato convalidato, la Lazio avrebbe perso lo stesso la partita. Lo stesso dicasi per il gol di Muntari: se Gigi avesse detto all’arbitro di aver visto che il pallone era entrato, la Juventus lo Scudetto lo avrebbe vinto lo stesso. Perché il gol di Muntari è del 12 Febbraio e il Milan, nonostante quel grave episodio, a fine Marzo era avanti di 4 punti. E come i rossoneri erano in vantaggio perché meritavano di esserlo pur non essendo stati gratificati dal gol di Muntari, la Juventus ha vinto lo Scudetto rimontando sul Milan perché lo ha meritato in mesi, Aprile e Maggio, lontani da quel momentaccio vissuto e non ancora metabolizzato dal calcio italiano. Smettiamola di pensare che, su un campo di calcio, gli onesti sono dei fessi. I Campionati e le partite si vincono e si perdono, indipendentemente dal beau geste. Non manchi di rispetto ai tuoi compagni, questo è un Paese che riesce a pensare cose da pazzi, se dici all’arbitro cosa è successo veramente. Gli attimi vanno e vengono, ma gli strascichi no. Oggi Buffon avrebbe lo stesso lo Scudetto sul petto se avesse deciso di passare alla Storia avvisando l’arbitro che quello di Muntari era gol. Klose a Napoli ha perso sul campo con la sua Lazio, ma la sua biografia e il profilo della sua carriera di qui all’eternità hanno vinto. E alla grande.
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