La rivoluzione ha 3 genitori. Cosa e come cambia Conceiçao. E basta processare Rafa!
Una bella boccata di ossigeno, un sollievo: dopo gli schiaffi di Zagabria, un derby combattuto e una bella vittoria sulla Roma che proietta i rossoneri in semifinale di Coppa Italia. Ci voleva.
Nel mezzo, una mezza rivoluzione con 5 partenze e 5 arrivi. Mi spiace per Calabria, crocifisso da molti tifosi nonostante la sua lunga militanza, e per Bennacer, giocatore unico per caratteristiche, ma fragile fisicamente e - dopo lo scudetto - sempre un po' ondivago nelle prestazioni, anche a causa delle troppe convalescenze. Okafor era stato prezioso subentrando, mai decisivo da titolare, infine evaporato. Zeroli avrà modo di forgiarsi. La delusione più grande è stato Morata: un buon inizio, qualche gol e una sana tensione in campo, è andato sfumando e negli ultimi 2 mesi le prestazioni sono state un pianto. In attacco è salita fortemente la qualità con Gimenez e Joao Felix, indipendentemente dall'assist e dal gol di mercoledì. Walker è una granitica certezza, mentre Bondo e Sottil sono due intriganti prospettive.
Il mercato invernale del Milan è figlio di più genitori: i risultati, ovviamente; le scelte di Conceiçao; la notte di Zagabria. La compulsione da giovedì 30 gennaio a lunedì 3 febbraio è stata la summa indiscutibile di questi 3 fattori e poco importa se avvenuta anche grazie alla regia esterna di alleati forti, come Rafaela Pimenta e Jorge Mendes. La cosa essenziale è che - mi pare - la squadra sia migliorata. La presenza di un centravanti come Gimenez cambia non poco le prospettive di gioco: da anni in quel ruolo hanno giocato attaccanti da dialogo, favorendo gli incursori, mentre il messicano è un ariete da area di rigore che va servito. Mutano anche le idee dell'allenatore, orientato a giocare con 2 punte di ruolo. Un'equazione difficile da risolvere, perché gli elementi con spiccata natura offensiva (Reijnders, Pulisic, Leao, Felix, Gimenez, Abraham, Jovic) sono in sovrannumero rispetto - per esempio - a centrocampisti di contenimento come Fofana, in parte Musah e Bondo.
Un certo squilibrio si è notato tra un gol e l'altro di Abraham nella partita contro la Roma. In quella fase i giallorossi hanno trovato con eccessiva disinvoltura la via dell'area rossonera, costruendo qualche occasione così come a sprazzi è accaduto nella ripresa. Il famoso filtro manca quasi totalmente, lo stesso Fofana è spesso costretto ad abbassarsi sull'ultima fila. Conceiçao ha un'idea evidentemente molto verticale nei fraseggi e un dispositivo (4-4-2 o addirittura 4-3-1-2) che difenda da squadra più che da reparto. Giocando ogni 3 giorni, come lui stesso ha confessato, non è facile istruire le truppe, ma ci si può arrivare.
Nel ridisegnare schemi e formazione, come sempre nel mirino finisce Leao. Il suo unico strappo contro l'Inter ha portato al vantaggio di Reijnders, la condizione non è ottimale, ma al di là di questo restano sotto l'occhio di bue la sua continuità e il suo atteggiamento. E' dai tempi dell'esordio che si batte il chiodo su questo pezzo di legno, che si ripete come debba mostrare la sua grandezza anche quando non ha la palla. Rafa è così, gioca così, la vede e la interpreta così. Non penso sia la panchina il posto dove imparare la lezione, ma un salto mentale suo che deve superare il fastidio per la concorrenza. Io la smetterei di processarlo, francamente. Di Leao il Milan ha bisogno, da qualsiasi parte si giri la frittata. Ci faccia vedere anche lui che ha bisogno del Milan.
Come vedete, in un editoriale - dopo moltissimo tempo - si torna a parlare di calcio e solo di calcio. Ce n'era bisogno, ne avevo bisogno. Tutto ciò che gli gira intorno sarà giudicato dal tempo e nel tempo.
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