Stephan, il craque italiano che sta esplodendo. E dall'estero lo osservano. Se questo è il Boa, così non va bene. Investire nel Milan: motivi e cifre di quanto costerebbe
Prove tecniche di presente. Il Milan del secondo tempo di Parma è stato quello più convincente di questa prima parte di stagione. Un Milan ficcante che non può prescindere dalla presenza di Stephan El Shaarawy sul centro sinistra e di Bojan che, in attesa del miglior Pazzini e del rientro a disposizione di Pato, può fare il centravanti atipico con maggior profitto rispetto all’esperimento del falso nove (esperimento provato con la Samp e bocciato subito). L’imprevedibilità di El Shaarawy sull’out mancino ha cambiato totalmente il Milan al Tardini. Dribbling secchi e precisi, progressioni inarrestabili e conclusioni verso la porta di Mirante che hanno creato non pochi problemi al Parma. E non solo ai ducali. I quattro gol in sette giorni messi a segno dal Faraone non sono frutto del caso, ma di un processo di maturazione ben preciso. Stephan è più libero mentalmente, si sente caricato di responsabilità che adesso sa di potersi prendere e sa ben gestire la pressione che deriva dalle stesse. Nel 4-2-3-1 che il Milan sta varando può essere l’uomo decisivo, quello che con i suoi lampi può e deve spaccare le partite. Allo stesso tempo Bojan ha dimostrato, soprattutto nella ripresa, di non essere un ectoplasma in quel di Milanello. Suo l’assist per il gol di El Shaarawy e sua la pennellata che mette Boateng solo davanti a Mirante. Per questa coppia di folletti terribili, a mio modo di vedere, dovrebbe esserci la conferma contro lo Zenit nella partita di dopodomani. Vedremo se sarà così. Ad oggi, il suo valore di mercato è aumentato a dismisura e il Milan sa bene che il suo gioiello sta iniziando a stuzzicare gli occhi dall'estero ma è pronto a blindarlo. Il contratto rinnovato in estate è stato un segno di piena fiducia nei suoi confronti. E Stephan sente di poter essere importante per il futuro del Milan.
Chi deve dare un netto cambio di marcia è il centrocampo. Il solo Ambrosini non può cantare e portare la croce in attesa che gli altri compagni di reparto si sveglino. Montolivo deve necessariamente togliere il freno a mano e far vedere quello che è in grado di fare. Da Firenze qualcuno inizia a sogghignare dicendo: “Ma che vi aspettavate?”. Ci si aspetta di vedere un giocatore che possa dare un minimo di qualità alla manovra e non uno che commette falli ingenui al limite dell’area. Boateng sembra essere l’ombra di se stesso. Si vede a tratti quello che sa fare ma poi commette errori banali e spesso letali come il gol divorato a Parma. Se non cambia marcia e se dovesse arrivare un’offerta allettante (non dal Bayern Monaco) allora credo che questo giocatore non sia incedibile. Anzi. Mi tengo una riserva su de Jong che pian piano sta capendo cosa sia il calcio italiano mentre sta dando, seppur parzialmente, minimi segnali di ripresa Antonio Nocerino. Il Milan, così come ha avuto il coraggio di puntare forte su De Sciglio che pian piano sta facendo le scarpe ai colleghi di reparto, potrebbe provare a lanciare uno dei suoi gioielli del settore giovanile. Quel Bryan Cristante che in estate aveva convinto tutti, compagni e giornalisti. Un ragazzo del ’95 con la testa di un giocatore già affermato e con doti tecniche che aspettano solo di essere messe a disposizione del calcio vero. Il Chelsea lo tenta, lui drizza le antenne. Non vorrebbe lasciare il Milan ma per un cavallo di razza come lui la Primavera incomincia ad essere stretta. Il Milan lo sa e sabato, non per niente, Braida era seduto vicino a Giuseppe Riso, agente dello stesso Cristante.
Infine una postilla sulle questioni societarie. Nessun grande imprenditore italiano investirà nel calcio d’alto livello come potrebbe essere un investimento nel Milan. La proprietà rossonera, in data 31 luglio, ha aperto a nuovi investitori ma al momento non ci sono offerte concrete per rilevare né il pacchetto di maggioranza né una parte d’azioni da parte di nessuno. I mercati con i quali Fininvest potrebbe intavolare una trattativa sono limitati, anche se ricchi, e sono quello russo e quello arabo. Il tutto è dovuto al fatto che Berlusconi in quanto imprenditore non è mai riuscito a entrare nella cerchia del potere economico anglo-americano e non per nulla si parla sempre di arabi e russi intorno al Milan. I costi sono elevati ed eventuali trattative saranno o potrebbero essere portate avanti in gran segreto. Investire nel Milan vuol dire tirare fuori una cifra considerevole che va dai 4-500 milioni per l’acquisto di una quota di minoranza, a una cifra che supera il miliardo di euro per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza del club. Cifra, quest'ultima che comprende anche investimenti sul mercato e sullo stadio. Cifre fuori mercato.
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