Tevez-Milan, occhio a non aspettare troppo! Pato al bivio: sfoderare gli artigli o volare a Parigi
La trattativa per portare Carlos Tevez al Milan, seppur suddivisa in tronconi ben precisi, sta proseguendo da più di un mese. Il Milan ha l'accordo del giocatore da tempo "immemore", ma l'ostracismo del Manchester City non è ancora stato scalfito. Le parti si sono avvicinate molto dopo l'incontro di Londra, ma Mancini & co. non sembrano disposti a mollare: l'Apache non se ne andrà in prestito con diritto di riscatto, ma esclusivamente con l'obbligo. Il Diavolo è convinto di poter ancora limare la resistenza dei Citizens, ma il tempo sta correndo: domenica il campionato ricomincerà e, tra le fila rossonere, non figura ancora il nome dell'argentino. La cosa più importante è che il ventisettenne di Buenos Aires arrivi, ma è impossibile non considerare l'importanza della tempistica. Tevez è fermo ormai da mesi e, di fatto, dovrà svolgere una nuova preparazione per ritrovare la forma migliore: averlo a Dubai sarebbe stato il massimo, aspettarlo fino a fine gennaio diverrebbe pericoloso. A conti fatti, vedendo anche il calendario rossonero in campionato, l'argentino servirebbe principalmente nel "tour de force" di gennaio e febbraio: settimane in cui si potrebbe già decidere l'esito di questa stagione. Averlo a pieno regime soltanto da marzo sarebbe sì utile per il prosieguo della stagione, ma rischierebbe di non apportare quel contributo per cui la dirigenza milanista lo vuole a tutti i costi. E' bene preparare con attenzione la propria strategia, ma in questo caso sarebbe anche corretto accelerare i tempi, in modo da offrire velocemente ad Allegri il sostituto di Antonio Cassano.
Mentre tutti aspettano Tevez, forse a Milanello c'è qualcuno che non è proprio entusiasta del suo eventuale approdo: Alexandre Pato. Il Papero si sente messo in discussione e non più fondamentale alla causa, sedotto dai milioni parigini e dalla corte degli "amici" Ancelotti e Leonardo. Le voci, fortissime e ridondanti alla fine del 2011, sembrano essersi leggermente sopite, nonostante l'imminente amichevole ed inevitabile incrocio tra le sue società. E' impossibile scaricare un giocatore come Pato per una semplice intervista stonata, ma è impossibile passare oltre come se nulla fosse successo. "Non mi dicono cosa devo e non fare in campo" ha dichiarato Pato: dopo cinque stagioni in Italia, e tanti maestri dentro e fuori dal campo, pare impossibile credere ad una cosa simile. Allegri ha giustificato il giovane brasiliano, smorzando i toni e parlando di semplice sfogo. Pato, tuttavia, ha il dovere e l'onere di buttarsi anima e corpo nella causa rossonera, meritandosi quel posto da titolare che tanto brama e desidera. D'altronde, e ce lo ricordiamo benissimo, anche il tanto amato Ancelotti, e anche con più consuetudine di Allegri, non ha assolutamente risparmiato Alexandre dalla panchina. Sull'eventuale approdo al PSG restiamo in attesa: se Pato deciderà che è giunto il momento di separarsi, il Milan farà bene a cederlo, ma alle sue condizioni. Nessun regalo, men che meno a coloro che, in estate, hanno superato quota 40 milioni per Javier Pastore: l'ex rosanero, coetaneo del Papero, decisivo in quel momento soltanto a Palermo. Il Milan, in caso di cessione, non può cedere per somme inferiori ai 50 milioni di euro, anche per valorizzare l'investimento fatto nell'agosto del 2007.
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