Sarci (ex Anderlecht): "Con De Ketelaere bisogna avere pazienza, non dubito del suo talento"
In merito al rendimento di Charles De Ketelaere nella stagione ormai giunta al termine, la redazione di MilanNews.it ha intervistato in esclusiva Massimo Sarci, fino al 2018 responsabile tecnico del progetto di sviluppo Golden Team Anderlecht e Collaboratore della squadra Primavera, da cui sono sbocciati calciatori del calibro di Jordan Lukaku, Dennis Praet e Youri Tielemans.
A cosa associ le notevoli difficoltà che ha riscontrato De Ketelaere con il Milan, da conoscitore del calcio belga?
“Bisogna avere pazienza. Non vedo differenze significative rispetto al percorso che ha fatto Leao, piuttosto a quello che ha fatto Tonali. In Italia vogliamo tutto subito e non sappiamo aspettare. Il valore del giocatore non si può discutere. Ho molti colleghi in Belgio che me ne hanno sempre confermato il talento, di cui nemmeno io personalmente dubito”.
Altro dilemma a lui legato riguarda certamente il suo ruolo. Qual è la posizione a lui più congeniale?
“Secondo me è un sottopunta, abile nell’agire dietro a un centravanti. È un numero dieci ma dinamico, di inserimento, di attacco alla porta. Può agire anche da esterno offensivo. Dipende dal sistema. È molto duttile tatticamente, oltre che disponibile”.
Merita una seconda chance in rossonero? Alcuni rumors aprirebbero anche alla strada di un eventuale prestito…
“Questo non lo so, bisogna chiederlo ai dirigenti del Milan. Io penso che un anno di ambientamento sia fisiologico. Il campionato belga è diverso rispetto a quello italiano. Qui a livello tattico sei molto più ingabbiato; in Belgio era molto più libero di agire, con maggiori spazi di manovra. Una seconda chance potrebbe servire per capire se i suoi problemi sono solo e esclusivamente di natura tecnica o se sussistono anche problematiche di ambientamento personale. Il prestito lo inizierei a prendere in considerazione soltanto se a dicembre non avrà ancora ingranato. Però io credo che, ora come ora, possa e debba restare in rossonero”.
Abbiamo parlato di ingabbiamenti tattici. A tuo giudizio Pioli ha inciso sulle sue performance negative?
“No, anzi! Dopo la Juventus, gli ho sentito dire una cosa molto interessante. Gli acquisti vanno sempre contestualizzati rispetto all’epoca storica che stai vivendo in quel dato momento. Il Milan non è più quello dell’anno scorso; sono stati fatti alcuni cambiamenti ed è giusto perseguire la strada che si intraprende con convinzione. I progetti sono sempre sul medio-lungo termine: non puoi pretendere di ottenere risultati con continuità dall’oggi al domani”.
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