Il Milan rialza la cresta
Ci voleva un’icona, un simbolo, un particolare dettaglio per far si che si tornasse a sorridere parlando di Milan. El Shaarawy incarna, a modo suo, tutte queste peculiarità. Icona di stile, un po’ come Hamsik che con quella cresta sbarazzina ha spiazzato le tendenze fashion in ambito di tagli innovativi subito copiati. Un simbolo: un giovane che riesce ad emergere dopo la giusta gavetta, un giovane che con tanta pazienza è arrivato a ritagliarsi un posto nel calcio che conta.
Il Faraone ha stregato tutti, dentro e fuori dal campo. Il suo sguardo da ragazzino cela un talento da giocatore navigato. Nelle partite dei questa stagione ha dimostrato uno stato di forma in continuo crescendo e contro il Cagliari si è caricato sulle spalle l’onere di dover essere decisivo in quella zona di campo che contiene i maggiori rimpianti, se si pensa alla stagione scorsa.
El Shaarawy ha lasciato il suo editto scritto nella scala del calcio, ha lasciato il segno in una serata contraddistinta dall’assenteismo sugli spalti, ha superato se stesso nella notte in cui Allegri ha potuto osservarlo da posizione privilegiata, per gli intenditori di tattica e moduli. E ora il Faraone vorrà mantenere lo scettro e il trono, ergo: la lotta per una maglia nel momento in cui tutti torneranno abili e arruolati, ha un competitor in più.
Archiviamo il successo contro il Cagliari e proiettiamoci invece nella partita che questa sera, con fischio d’inizio alle 18.00, metterà di fronte al “Tardini” il Milan e il Parma. A scanso di equivoci il presidente Ghirardi ha fatto sapere che Donadoni è intoccabile, per lui sembra infatti essere pronto un rinnovo che dovrebbe, secondo il numero uno parmense, allontanare le grinfie dei predatori rossoneri dal suo tecnico, che di rossonero ha vestito e scritto la storia.
Torna a disposizione dal primo minuto Robinho, ma a meno di sorprese dell’ultimo minuto sarà Emanuelson a calcare al scena alla sinistra di Pazzini.
Intanto però il giocatore brasiliano, corteggiato in pressing serrato dal Santos, scalpita per poter rientrare nei ranghi e poter dimostrare, senza ombra di dubbio, di poter cambiare le sorti di quello che sembra essere un mero anno di transizione per il Milan di Allegri. Il tecnico livornese rientra dalla squalifica e si ritrova con una squadra che cambiando modulo è tornata a vincere. Tanto che il buon Galliani ora si è esposto chiaramente circa le aspettative di gioco in campo: si vuol tornare a quel 4-2 e fantasia che era diventato il tormentone del dopo Ancelotti, tormentone negativo che sembrava indicare la pochezza di idee e inventiva dell’allora tecnico rossonero. Ora invece quel modulo sembra essere la chiave di volta per trovare un contesto stabile a tutte le forze a disposizione dei rossoneri. La coppia di centrali in mediana, se fossero confermati Ambrosini e De Jong, avrebbero libero arbitrio nella costruzione del gioco supportati dalla fantasia dei compagni avanzati. Ma più facilmente, soprattutto con il rientro di Boateng, Allegri dovrà trovare un compromesso per far accettare al ghanese il suo nuovo ruolo di mezz’ala e quindi è auspicabile una riedizione del 4-3-3 con buona pace di tutti gli interpreti.
La vittoria contro il Cagliari ha forse allontanato gli spettri di un cambio repentino in panchina e forse anche per questo Allegri si sofferma ad analizzare il momento del Milan con una lucidità disarmante. La fase difensiva è piaciuta al tecnico che ancora una volta ribadisce che nel nostro calcio vince chi subisce meno l’avversario: ma attenzione a non fare l’errore di chiudersi in difesa o peggio, di arretrare lasciando libero il campo alle incursioni avversarie, quella sarebbe la fine. Allegri parla di coraggio e lo fa spronando i suoi a ritrovare la serenità d’intenti in campo, ma anche in un certo senso elogiando se stesso per aver puntato, in tempi diversi, su molti talenti del vivaio rossonero. E’ un dato di fatto che il Milan di oggi sia figlio di alcune scelte passate, lo dimostra la facilità con cui De Sciglio ha iniziato da vero protagonista l’avventura rossonera tra i “grandi” quest’anno. E tornando ad El Shaarawy, dopo l’elogio della sua fresca e prepotente prestazione, è giusto fare un passo indietro e rimanere ancora con i piedi di piombo ben piantati a terra: solo chi continua ad avere fame lotterà per la gloria. El Shaarawy questo è per te.
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