Agresti sulla Gazzetta: "Le accuse di Fonseca per il bene del Milan. Ma adesso tocca al club parlare"
Stefano Agresti, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ha commentato così il momento del Milan: "C’è un uomo solo al comando del Milan. Il suo nome è Paulo Fonseca e ci sta mettendo la faccia e l’anima per costruire una squadra migliore. Negli ultimi tempi è andato oltre, ci ha messo anche le parole. Molte e dure. Non sempre azzeccate, per la verità: le accuse all’arbitro dopo la sconfitta con l’Atalanta sono state eccessive nei toni e sbagliate nella forma. Ma - si sa - il calcio è anche comunicazione e, se non c’è nessuno che lo fa, tocca all’allenatore cercare di proteggere il mondo rossonero da presunte ingiustizie. Forse, nella circostanza, serviva qualcuno che gli dicesse: lasciamo stare, non è il caso di spingersi così avanti, di mettere sotto processo quest’arbitro. Ma era solo e ha preso una strada che avrebbe dovuto evitare. Capita.
Da solo, dopo averlo annunciato ai suoi dirigenti, Paulo Fonseca ha anche deciso di sfidare sulla pubblica piazza lo spogliatoio del Milan. O meglio, una parte di questo. Appena vinta - in modo troppo sofferto - la fondamentale partita di Champions con la Stella Rossa, ha svelato a tutti il proprio malumore. Con l’espressione del volto davvero delusa, quasi sofferente, come se si sentisse tradito. Sarebbe potuto andare davanti alle telecamere e dire le solite banalità: la squadra ha lottato, l’avversario era forte (sono tutti forti, gli avversari), abbiamo conquistato un grande successo (anche i successi sono tutti grandi). Poi, chiusa la porta dello stanzone rossonero, avrebbe potuto prendersela con chi riteneva colpevole di quella brutta partita. Ha scelto una strada diversa, stavolta quella giusta: ha portato la propria delusione in tv. Una decisione traumatica, perché ha messo i calciatori davanti alle loro responsabilità: ha visto gente molle, spenta, con la testa altrove, e ha pensato che fosse opportuno denunciare questa situazione.
Anche se non è affatto molle, Paulo non dovrebbe però essere l’unico a esporsi in situazioni come queste. Quando ha protestato per gli episodi di Atalanta-Milan, è stato sconfessato dal presidente Scaroni («Gli arbitri hanno sempre ragione»). Ora che se l’è presa con la squadra, nessuno dei dirigenti rossoneri, a cominciare da Ibrahimovic, ha speso parole in pubblico per sostenerlo, per dare sostanza alla sua scomoda accusa, per far sentire il peso e la forza del club accanto all’allenatore. I vertici sono con lui, solo che non lo dicono. Ma c’è sempre tempo perché anche la società esca allo scoperto: Fonseca ha parlato, adesso tocca a chi sta dalla sua parte".
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