Anche i ricchi piangono
Un mercato pieno di prestiti, pochi trasferimenti importanti, la tendenza a non scegliere l'Italia come meta privilegiata per i grandi campioni esteri. La nostra Serie A manca sicuramente di appeal per gli investitori, anche se il segno dei tempi è ancora dalla nostra parte. Il rapporto Deloitte spiega come - nella graduatoria del fatturato delle prime venti squadre di calcio europee - il calcio italiano sia ancora uno delle grandi potenze del continente. Cinque formazioni del Belpaese in lista - Milan, Inter, Juventus, Napoli e Roma -, contro le due dei cugini francesi, le tre della Spagna e le quattro della Germania. L'unica lega che batte la Serie A è la Premier League, con addirittura sei formazioni tra le prime dodici.
E' interessante rilevare come Milan e Inter, sommate, non arrivino al fatturato del Barcellona, secondo in graduatoria: per i blaugrana oltre centodieci milioni di euro per le partite giocate in casa, centottantré dalle tv, centocinquantasei dal commerciale. Per capirci, la società blaugrana distacca il Milan di circa 80 milioni di euro per ogni settore del ricavato. Particolarmente interessante, sotto il profilo stadio, è il confronto fra Real Madrid e le due milanesi: il Santiago Bernabeu - minore per posti a sedere rispetto al Meazza - incide per centoventitré milioni di euro sul fatturato dei Galacticos, mentre il Milan è a trentadue milioni, più o meno come l'Inter.
Inoltre guardando la classifica c'è da pensare: le due milanesi sono rispettivamente al settimo e all'ottavo posto, in prospettiva fair play finanziario difficilmente potranno competere con gli stipendi altrui. Perché il Milan spende già attualmente circa 160 milioni di euro lordi, circa il 68% dell'intero fatturato (Inter 145, 69%).
Una forzatura non sopportabile pensando soprattutto al prossimo calcio pensato da Platini.
Anche perché il calcio italiano dovrà fare i conti con i tre posti - al posto dei quattro garantiti - in Champions League. Le società del Belpaese potevano contare su un enorme ricavato ogni anno, mentre a partire dalla stagione prossima vedranno cadere il proprio introito a favore delle tedesche.
L'italiana che appare messa meglio rispetto alle altre è la Juventus (ora tredicesima con 153 milioni), perché ha uno stadio di proprietà e potrà contare su una crescita di fatturato molto maggiore rispetto alle altre (dall'anno prossimo sarà in Champions League). Certo, i benefici del nuovo impianto si vedranno sul lungo termine, ma i bianconeri appaiono come l'unica realtà in grado di crescere e mantenere il passo delle società più ricche.
In pratica: se dovessimo ora creare una super lega con tutti i club migliori d'Europa, Inter e Milan avrebbero più o meno la stessa incidenza del Palermo o della Lazio. Squadre che possono arrivare in alto ma che non potranno mai vincere lo scudetto.
Gli stipendi, dicevamo: il più pagato in Italia è Ibra con nove milioni di euro - nessun altro del Milan nei primi venticinque - poi c'è Buffon (intorno alla ventesima posizione), con Sneijder e De Rossi appena dietro. Gli emolumenti sono già oltre una lecita soglia di rischio: abbattere i costi sarebbe un'ottima cosa, ma come fai a contrastare un Bayern Monaco che ha un fatturato una volta e mezzo il tuo in un'eventuale corsa al prossimo gioiello della nazionale brasiliana, argentina o svedese? L'Italia è questa, prendere o lasciare. Insomma, anche i club più ricchi piangeranno lacrime amare.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
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