Boban: "Maldini mi aveva chiamato per aiutarlo e per stare insieme in un'esperienza che poteva significare una vita per me"
Lungo intervento di Zvonimir Boban ai microfoni di Radio Deejay. Ospite di Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa nel corso della trasmissione: "Deejay Football Club", l'ex rossonero ha toccato diversi temi:
Sei andato via dal Milan e anche dalla UEFA. Non può essere che tu non sia adatto per certi ruoli dirigenziali?
"Probabilmente sì. Sono stato quasi quattro anni in FIFA, tre in UEFA, poi bisogna vedere le cose. Alla FIFA sono andato via perché avevo voglia di provare col Milan, visto in che situazione si trovava e visto che anche Paolo mi aveva chiamato per aiutarlo e per stare insieme in un'esperienza che poteva significare una vita per me. Dalla UEFA sono andato via sono andato per dei principi ma bisogna entrare nel merito delle cose".
Sull'addio da dirigente al Milan. Perché è avvenuto?
"Per un'intervista che io ho trovato sacrosanta. Dopo pochi mesi ci siamo trovati a non avere né appoggio né fiducia. Loro volevano portare Rangnick, avevano cominciato a parlare. Noi non siamo riusciti ad avere un chiarimento. In quel momento lì dopo la correzione del mercato, dopo il cambio allenatore dove abbiamo avuto anche il coraggio di ammettere un nostro errore che non pensavamo, ma l'abbiamo commesso in buona fede. Dopo il mercato di gennaio, con l'arrivo di giocatori importanti come Kjaer, Saelemaekers e Ibrahimovic e la cessione di Suso e Piatek, non siamo riusciti a chiarire la nostra posizione, così ho dovuto farlo pubblicamente perché la proprietà già ha cominciato ad avere contatti con Rangnick per la stagione successiva, cosa che si è verificata anche nella stessa intervista che Rangnick ha fatto. Io ho fatto un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' credo molto corretta e loro mi hanno licenziato per giusta causa. Siamo ancora in tribunale, mi spiace ma la vita è così".
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