Capello torna in Italia, dove allenerà?
Fabio Capello è già in Italia. L'ormai ex commissario tecnico dell'Inghilterra, accompagnato dalla moglie Laura, ha lasciato il suo appartamento in centro a Londra e si è imbarcato sul primo volo. Non si cambia certo a 65 anni. Anzi. La sua autorità è stata costruita durante anni di carriera da vincente e la federazione inglese ha cercato di inficiarne il valore. Questo il motivo del dissidio e così Fabio Capello si è dimesso dall'incarico di ct dell'Inghilterra, non senza polemiche, sorprese e un ennesimo addio a muso duro com'è quasi sempre successo nella sua storia calcistica. Questa volta il motivo del contendere è stata la decisione di togliere la fascia da capitano a John Terry, rinviato a giudizio per razzismo. Non tanto per il fatto in sé, ma perché Capello non è stato minimamente consultato sulla faccenda. L'ex allenatore di Milan, Roma, Juventus e Real Madrid è stato alla guida della nazionale inglese dal dicembre del 2007 e ora, a soli 4 mesi, dagli Europei sono arrivate le dimissioni. "Grazie e auguri per il futuro".
Così si è congedato dalla nazionale inglese dopo le dimissioni. "Desidero ringraziare i giocatori, lo staff e la Football Association per la professionalità che hanno dimostrato in questi miei anni da manager della Nazionale". Infine Capello ha voluto lasciare un messaggio anche a chi l'ha sempre sostenuto: "un saluto speciale anche a tutti i tifosi. A tutti loro auguro di conquistare i massimi traguardi sportivi". Intanto la federazione inglese, durante una conferenza stampa, spiegava i progetti futuri: "Preferiamo un tecnico inglese o un britannico ma abbiamo una mente aperta": lo ha detto il presidente della Football association David Bernstein. Che per il nuovo ct ci fosse una preferenza per un inglese o un britannico, era già stato chiaramente espresso qualche tempo fa, anche magari peccando un po' di sensibilità. In ogni caso la questione con Fabio Capello si è chiusa "con una stretta di mano", sempre a detta di David Bernstein aggiungendo che il tempo di Capello è stato "caro, ma non un errore". Ha poi aggiunto che l'associazione di calcio inglese non ha minimamente incoraggiato il tecnico italiano a dimettersi: "Abbiamo avuto un franco scambio di vedute. Dopo queste discussioni sono andato nel suo ufficio e mi ha detto che voleva dimettersi", ha concluso Bernstein. Perché Fabio Capello è così e a lui i compromessi non piacciono.
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